“I Cavalieri dello Zodiaco” è un altro di quegli anime che non sono riuscito a vedere mai per intero, non ho nemmeno capito quante serie e quanti episodi siano in totale. Però da bambino ho collezionato tantissime action figure, soprattutto quelle di Andromeda, Sirio, Pegasus e Shaka (Cavaliere d’Oro della Vergine), i miei personaggi preferiti. Da amante della mitologia greca, ho sempre apprezzato la storia, le ambientazioni e i personaggi. Mi ricordo anche che l’anime riusciva a mettermi molta angoscia, non so perché.
Negli ultimi tempi, Netflix ha caricato alcune cose dedicate al franchise di “Saint Seiya”, ma la mia parte masochista, pigra e curiosa ha dato la prima priorità al nuovissimo adattamento, che fa ripartire la storia dei Cavalieri da zero.
Non avrei mai pensato di guardare un’americanata inutile e trash. Poveri Cavalieri.
Trama: Seiya è un giovane alla ricerca della sorella scomparsa. Dopo aver scoperto di possedere dei poteri speciali, viene reclutato da una persona facoltosa per diventare un Cavaliere di Bronzo e proteggere la giovane Isabel…
Prodotto dalla Toei Animation e diretto da Yoshiharu Ashino, “Saint Seiya – I Cavalieri dello Zodiaco” è una serie tv animata di produzione nippo-americana, rilasciata da poco su Netflix come prodotto originale. La serie è basata sul celebre manga degli anni ’80 “Saint Seiya“, creato da Masami Kurumada.
Il giovane protagonista della storia è Seiya, cavaliere di Pegasus. Nel corso dei pochissimi episodi, il ragazzo incontrerà numerosi personaggi, a partire dagli altri quattro Cavalieri di Bronzo principali: Sirio il Dragone, Cristal il Cigno, Shaun di Andromeda e Nero di Phoenix, anche se quest’ultimo nel ruolo del cattivone. Immancabile la presenza della bellissima Lady Isabel, reincarnazione della dea greca Atena.
Altri personaggi includono Asher dell’Unicorno, un altro Cavaliere di Bronzo; il prepotente Cassios e la sua maestra, Tisifone; Patricia, la sorella scomparsa di Seiya; Castalia, mentore di Seiya; Mylock, il bodyguard di Lady Isabel, e Dohko, il maestro di Sirio. Ci saranno anche cameo di alcuni Cavalieri d’Oro. A concludere questa carrellata di personaggi ci sono due signori emblematici, il buono Alman di Thule e il cattivo Vander Graad.
Pegasus è tanto buono e caro, ma certe volte è irritante. Eppure io non me lo ricordavo così, nell’anime originale: il Pegasus da me benvoluto era eroico, cazzuto e simpatico. Questo è una macchietta.
NON POTETE TRASFORMARE UN PROTAGONISTA STORICO COME LUI IN UNA MACCHIETTA.
Per fortuna, Sirio rimane sempre il migliore, con la sua saggezza. Della serie “Meno male che Sir(v)io c’èèèèèèèè“. Il Dragone resterà sempre il più preferito.
Andromeda donna, alla fine, manco stona così tanto. Sarà che io, da bambino poco intelligente che ero, pensavo davvero che fosse una ragazza. Quindi, alla fine, non mi ha avvelenato questo cambiamento di sesso.
Scherzi a parte, la motivazione che hanno usato i produttori per giustificare questo gender swap è a dir poco imbarazzante: NON PUOI CAMBIARE IL SESSO DI UN PERSONAGGIO CELEBRE DA ANNI SOLO PER STARE AL PASSO CON I TEMPI. Andromeda era fantastico proprio per essere “diverso” dagli altri Cavalieri: femmineo, fragile, sensibile, ma con una marcia in più. Però il personaggio che appare in questo cartone è forte: la ragazza ha un bel carattere ed è dolcissima, nonostante le sue catene facciano un male cane. Anche di Cristal avevo un ricordo leggermente diverso, ma forse dipende dal fatto che non ho mai visto l’anime iniziare e finire per bene, ma solo episodi nel mezzo. Giuro che un giorno recupererò ogni singola puntata.
Phoenix è sempre il solito tenebroso complessato che inizia da cattivo per finire da buono, ma anche lui è dannatamente irritante. Se non ci fossero stati i flashback ad approfondire la sua psicologia, sarebbe finito per essere anche lui una macchietta.
Lady Isabel è sempre stupenda, anche con la computer grafica bruttina. Ha grinta da vendere, nonostante dica sempre le stesse frasi. Spero di vederla molto presto in azione, anche se temo che il fido Mylock non lo permetterà mai.
Rivedere anche Castalia è stato bello e vorrei capire meglio perché ha preso Pegasus sotto la sua ala protettiva, senza pensarci due volte. Cassios e Tisifone sono irritanti, non vedevo l’ora che finissero al tappeto, così come Asher dell’Unicorco (da lui, visti i tempi che corrono, mi aspettavo che lanciasse attacchi arcobaleno…e invece no. Delusione.) Il vecchio Dokho appare pochissimo, ma dimostra, come sempre, di essere il più intelligente e saggio del cast. Mai sottovalutare una persona dal suo aspetto esteriore.
Devo essere sincero. Non mi ricordavo minimamente dell’esistenza di Alman di Thule e nemmeno di Vander Graad, ma penso che quest’ultimo sia stato creato esclusivamente per questo “anime”. Ci vengono presentati in maniera approssimativa, quindi è impossibile valutarli a pieno, soprattutto nel caso del cattivo. I suoi scopi non mi sono rimasti molto chiari.
Nonostante siano usciti solo 6 episodi, però, devo ammettere che almeno i Cavalieri protagonisti sono stati rappresentati in maniera abbastanza dettagliata, tranne Cristal. Non ho capito i suoi atteggiamenti nel corso della storia e il suo passato non è stato pressoché mostrato. Confido nella seconda parte.
La storia consiste nella genesi dei celebri Cavalieri dello Zodiaco: vediamo come nascono in qualità di combattenti e come si incontrano. Ovviamente, essendo Pegasus il protagonista, la storia si concentra maggiormente su di lui, tra allenamenti con Castalia e ricerche sulla sorellina scomparsa.
Non so voi, ma il modo in cui Seiya ha scoperto di avere i poteri mi ha fatto morire dal ridere. In poche parole, Castalia gli dice di possedere una potentissima fonte di energia chiamata “Cosmo” e di concentrarla sulle mani in modo da sprigionare al massimo il suo vero potenziale.
A me ha tanto ricordato Maccio Capatonda e il suo “Rocchio 47”, solo che invece di “Ho i pugni nelle mani!“, dicono chiaramente “Ho il cosmo nelle mani!“. Questa cosa mi ha convinto ancora di più che, invece di un anime giapponese epico, stavo guardando un’americanata cartoonesca.
Torniamo alla storia corale.
Prima della svolta “Rocchio 47”, Pegasus viene reclutato da Alman di Thule per proteggere la sua nipotina (adottiva) Isabel, ultima reincarnazione della divinità greca Atena e bersaglio degli dei, in perenne conflitto tra loro. La morte della ragazza porterebbe alla distruzione del mondo, quindi la situazione è un tantinello delicata.
Pegasus, quindi, deve sostenere un durissimo allenamento per poter diventare a tutti gli effetti un Cavaliere di Bronzo.
Riuscito nel suo intento, il ragazzo continua la sua personale quest fino a raggiungere il luogo di un torneo, indetto da Lady Isabel in persona. Intanto, mi si è storto un po’ il naso: l’ultima volta che abbiamo visto la ragazza, era una studentessa del liceo/scuole medie. Nel periodo del torneo, invece, è una donna. Quanto tempo è passato da una scena all’altra? Vi prego, rendete più chiara la continuità temporale.
Qui, facciamo finalmente la conoscenza degli altri Cavalieri, persino quel simpaticone di Phoenix. Mentre la competizione procede, ci vengono presentati meglio gli altri personaggi, attraverso dei flashback. Poi, però, arrivano i cattivoni e comincia l’americanata definitiva: esplosioni, inseguimenti e scene ripetitive a go go.
I Cavalieri dello Zodiaco me li ricordavo decisamente diversi proprio per il ritmo della storia: adrenalico, ma allo stesso tempo calmo e introspettivo. Non c’era il minimo elemento pacchiano.
L’episodio finale è veramente trash: scontro decisivo con il cattivone, rivelazione dei poteri del protagonista e esplosioni, con tanto di ultimi secondi che lasciano aperta la storia. Mica uscirà una seconda parte, noooooooo…
Sgamatissimo proprio.
Vedendo questa puntata finale, appare palese che lo scopo dei creatori era darci solo un assaggio della storia, in attesa di una seconda parte più sostanziosa.
Se spera.
Peccato che questo antipasto è davvero meh. Ci sono così tanti problemi che Andromeda donna è l’ultimo di essi.
Il guaio è che la storia non ha mordente. È fiacca e sembra una cosa trita e ritrita. Non ha un pizzico del fascino e dell’epicità dell’anime che ha cresciuto ogni mio coetaneo. Sembra più la trama del film di “Tekken”. Chi ha visto quell’obbrobrio saprà che non è affatto un complimento. Anzi, potrei essere pure più offensivo, ma sono comunque i Cavalieri. Mi limito per rispetto a loro.
Ci sono sia momenti drammatici che comici. I primi a momenti acquistano i sapori della tragedia greca (almeno c’è del greco in qualcosa…), i secondi, invece, sembrano quelle tipiche scene che si trovano nei cinepanettoni: stupidi, inutili e per nulla divertenti. Penso che la presenza del tombino che parla rimarrà negli annali come una delle cose più brutte e stupide che abbia mai visto in un prodotto Netflix.
Non ho capito nemmeno la scelta di ambientare la storia in un’epoca moderna: che mi rappresentano elicotteri, missili, robot e affini in una storia conosciuta proprio per la sua ambientazione antica? Il torneo, poi, tenuto nei sotterranei, manco fosse un evento di contrabbando illegale…
Niente, per me ‘sta roba è piena di problemi. Come hanno fatto i membri giapponesi dello staff ad approvare questa cosa? Io mi rifiuto di chiamarlo anime.
Vorrei tanto dire “Vabbè, almeno i combattimenti sono fighi”.
E INVECE NO.
Sono monotoni, consistono nei personaggi che usano anche per 10 volte in un singolo episodio la stessa cavolo di mossa. Dovrei gasarmi, durante queste scene, non alzare gli occhi al cielo!
La sceneggiatura è coerente con la qualità della storia: banalissima, degna dei peggior blockbuster americani. Le battute comiche non facevano ridere. I personaggi sono stati ridotti a macchiette (alla fine, Sirio e, strano ma vero, Andromeda sono gli unici che ho trovato decenti).
Sulla gestione della storia, mi sono già espresso.
Nemmeno la grafica si salva. Poteva uscire qualcosa di più brutto, ma potevano decisamente fare di meglio. Sembrano dei bambolotti.
Non potevano assumere qualcuno di “Love, Death & Robots”, visto che lì hanno creato dei veri capolavori con la computer grafica? Qui sembra quasi di vedere un film di Barbie.
Anche gli effetti speciali risultano banalissimi.
I CAVALIERI DELLO ZODIACO NON ME LI RICORDAVO COSÌ.
Colonna sonora tamarra, ma in senso negativo, secondo me.
Mi è piaciuto, da un lato, risentire le storiche voci del doppiaggio italiano, ma dall’altro lato, le ho trovate un po’ fuori contesto. I doppiatori, ormai, sono cresciuti, a differenza dei personaggi. Si sente il grosso gap di età. Ok che sarebbe stato davvero rischioso, ma avrei preferito se ci fossero state voci nuove, ma giovani.
Sono stati 6 episodi davvero intensi.
Avrei dovuto immaginare che questa serie non avrebbe portato nulla di buono, ma sono nato masochista, sennò non si spiega.
Vedere un anime così figo come “Saint Seiya” ridotto a un’americanata è davvero triste. Non avrei mai pensato di dire che Andromeda donna fosse il problema minore di questa serie.
Il bello è che mi sto lamentando tanto, ma so benissimo che guarderò anche la seconda parte, sia per tenere fede al mio carattere masochista, sia perché sono anche un inguaribile ottimista, quindi spero di vedere qualche miglioramento in tipo tutto.
Nel dubbio, alla prima occasione cercherò di rivedere TUTTO il cartone originale.
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Cosa mi è piaciuto:
- Il doppiaggio italiano, l’unico elemento che ha davvero scatenato la mia nostalgia.
- Sirio e anche un po’ Andromeda gli unici decenti.
Cosa non mi è piaciuto:
- Tipo tutto? In primis, il tombino che parla.