Durante il viaggio di ritorno per Tokyo/Sendai, ho trascorso 9 ore sull’aereo da Mosca a Tokyo. Una marea di tempo in volo, soprattutto per uno che soffre ancora molto di aerofobia.
Per fortuna, ci sono i pasti inclusi nel biglietto (che non fanno manco schifo) e i film disponibili nel catalogo della compagnia aerea.
Di solito “abbonato” alla Thai, per quanto riguarda i viaggi per il Giappone, per risparmiare e per non fare scali troppo lunghi, a questo giro mi sono affidato alla Aeroflot, compagnia russa. Devo ammettere che la Aeroflot mi ha regalato delle soddisfazioni inaspettate: mi hanno viziato con cibo buono e con un’ottima scelta di film, quasi tutti disponibili pure in italiano.
Avevo così tanta intenzione di dormire, ma la voglia di vedere sia vecchi che nuovi film è stata più forte. E anche stavolta si dorme la volta prossima.
Grazie a queste lunghe ore di viaggio, ho potuto vedere un film che mi era sfuggito dell’estenuante appello estivo dell’anno scorso: “Rocketman”, pellicola che racconta i difficili anni ’80 del mitico Elton John, un vero e proprio Cavaliere della musica mondiale.
Diretto da Dexter Fletcher e scritto da Lee Hall, “Rocketman” è un film autobiografico e musicale.
Elton John (il cui vero nome è Reginald Dwight) è interpretato da Taron Egerton. Altri personaggi importanti sono la madre Sheila (Bryce Dallas Howard) e la nonna Ivy (Gemma Jones), il migliore amico (e storico collaboratore con cui ha scritto molti pezzi celebri) Bernie Taupin (Jamie Bell), il manager John Reid (Richard Madden) e altre due figure storiche, il publisher Dick James (Stephen Graham) e Ray Williams (Charlie Rowe), colui che ha scoperto Elton. C’è anche un cameo di Kiki Dee, interpretata da Rachel Muldoon.
Egerton vale tutto il film. Interpreta una delle pietre miliari della musica mondiale in maniera pazzesca, cogliendo tutte le sfumature possibili. Bravissimo sia nelle scene più divertenti che in quelle molto drammatiche. Non è facile “imitare” un personaggio così particolare e complesso senza scadere nella vuota replica o nella caricatura. Bravissimo anche nel canto. Una performance completa.
Bellissima anche l’amicizia con Bernie. I due sono molto simpatici insieme, grazie anche all’ottima intesa tra Egerton e Bell. Per me, però, Jamie Bell resterà sempre Billy Elliot…anche se sono passati anni e anni da quel film.
Ultimo personaggio completamente positivo della vita di Elton è la nonna Ivy, dolcissima e simpatica, l’unica della famiglia ad aver veramente stimolato il giovane Reggie a coltivare le sue passioni. Se non fosse stato per lei, forse non avremmo conosciuto il grande Elton nella sua completezza artistica.
Gli altri personaggi sono interessanti, ma davvero odiosi. La madre Sheila (per quanto la Howard sia bella e adorabile in generale) è un’altalena tra il “stronza, ma simpatica” e il “premio Oscar per il miglior genitore di cacca”, conteso con il padre di Elton (interpretato da Stephen Mackintosh). Alla fine lo vincerebbe lui, idiota completo e umano miserabile, ma anche Sheila sa farsi detestare.
Anche John Reid ha i suoi momenti d’oro…in senso ironico. Si salva solo perché sono affezionato da Richard Madden dai tempi di “Game of Thrones”, ma quanto è bastardo. Se Reid è stato veramente così nella vita reale, ble. Sono sorpreso che abbia lavorato pure con i Queen.
Le altre figure storiche sono state raffigurate in maniera più umana e bisogna essere grati a loro perché hanno scoperto Elton e hanno creduto in lui.
Il cameo di Kiki Dee mi ha mandato al settimo cielo. Adoro “Don’t Go Breaking My Heart”, quindi vedere replicata una parte del video reale è stato davvero bello.
“Rocketman” porta sullo schermo la vita personale e professionale di Elton John fino all’inizio degli anni ’80, ponendo enfasi sulle difficoltà sempre più forti a livello psicologico incontrate dall’uomo. Vediamo, quindi, gli anni della gioventù di Reginald, resi molto intensi a causa della presenza (forse sarebbe meglio dire “assenza”) dei genitori, la scoperta del suo talento e la nascita di Elton, la creazione di alcune sue iconiche canzoni, le difficoltà della fama e la discesa nell’alcool e nella droga, culminante in crisi terribili. Ovviamente viene anche affrontata l’omosessualità di Elton e si vede molto come l’omosessualità, negli anni ’70-’80, fosse un fortissimo taboo (non che la situazione sia migliorata di molto, adesso…)
Abbiamo modo di conoscere Elton John sia come artista (fantastico e geniale), ma anche come persona (controversa, ma molto comprensibile in certi lati). Io non sono mai stato un grande fan di Elton, per quanto apprezzi molto le sue canzoni, quindi sapevo poco della sua vita privata. Ho imparato molto e non solo a livello culturale.
Il film cattura dall’inizio, grazie anche a un’apertura in medias res molto divertente, fino alla fine. Tutto funziona, sia nei momenti più ironici (complice anche il caratterino di Elton) che in quelli drammatici, in cui si riesce a immedesimarsi molto nel protagonista, tanto da difenderlo e criticarlo.
Le scene musicali sono anch’esse fantastiche, soprattutto perché replicano molto bene i video originali (“I’m Still Standing” è una delizia).
La sceneggiatura è molto buona. La storia è strutturata in maniera molto lineare e i personaggi, positivi e negativi, vengono raffigurati bene. Elton, come personaggio, è rappresentato in maniera completa: viene messo in scena tutto di lui, anche aspetti poco lusinghieri. Solo perché è un grande artista, non vuol dire che sia perfetto. Questa sua rappresentazione (grazie anche alla bravura di Egerton) mi è piaciuta molto.
I dialoghi coinvolgono e non sono per niente banali.
L’elemento estetico del film ha decisamente un suo perché.
Carine le ambientazioni, sì, ma gli outfit di Elton sono una categoria a parte. Non sapevo quasi per niente che si fosse esibito in molti concerti con i costumi più folli e colorati di sempre. Forse è perché ho visto solo le sue esibizioni più sobrie, visto che l’ho “conosciuto” negli anni ’90. Pazzesco. I suoi abiti di scena (e anche quelli indossati nella vita quotidiana) hanno reso il film ancora più vivace, colorato, folle in senso positivo.
Le canzoni sono quello che sono: meravigliose. Non le conoscevo tutte, ovviamente, ma le ho apprezzate tutte. Elton John è giustamente considerato un pezzo da novanta.
Personalmente, ho quasi pianto nel sentire “Your Song”, soprattutto per come è stata inserita nel film. Come si può evincere dal titolo, “Rocketman” è ricorrente, anche se non centrale. Ogni canzone ha una sua importanza, inserita in una determinata scena. Non tutte vengono collocate nell’esatto momento temporale, sarebbe stato impossibile.
La canzone finale del film è un inedito molto bello, (I’m Gonna) Love Me Again”, cantato da Elton John e Taron Egerton insieme.
Come in “Bohemian Rhapsody”, “Rocketman” ha come protagonisti un gigante della musica mondiale (Elton John) e un gigante delle giovani promesse (Taron Egerton). A parte le solite licenze poetiche, la storia rispetta molto la realtà, quindi permette ai poco esperti come me di farsi una cultura, non solo sulla vita di un artista, ma anche sul contesto storico di alcuni avvenimenti.
Molti tendono a paragonare “Rocketman” con “Bohemian Rhapsody”, soprattutto per elogiare uno ai danni dell’altro.
Io, da fan sfegatato dei Queen, ho apprezzato moltissimo entrambi i film, così come le performance protagoniste. Tant’è che col senno di poi, sono ancora più allibito dal fatto che Taron Egerton, con tutto che ha vinto il Golden Globe per la Migliore Performance Protagonista in un Film Commedia o Musicale, non sia stato considerato agli Academy Awards di quest’anno. Avrebbe meritato così come aveva meritato Rami Malek. Un vero peccato.
Per fortuna, il film ha vinto comunque l’Oscar per la Migliore Canzone Originale con “(I’m Gonna) Love Me Again”, prova che Elton John, anche ora, spacca. Proprio come dice nella canzone con cui sono in fissa da giorni: “I’m Still Standing”.
Fun Fact: Il personaggio di John Reid appare in due film autobiografici: “Rocketman”, dove è interpretato da Richard Madden, e Bohemian Rhapsody, dove a prestargli il volto è Aiden Gillan. Il casting fatto per questo ruolo mi fa scompisciare, visto che hanno preso due attori di “Game of Thrones”, ma non è tutto. Madden ha interpretato, nella celebre serie tv, un personaggio positivo e onorevole come Robb Stark (ancora soffro per le Nozze Rosse), mentre il suo Reid è assolutamente un bastardo senza cuore. Gillan, invece, è famoso per aver interpretato il viscido e doppiogiochista Ditocorto; ironia della sorte, il Reid da lui interpretato è un personaggio leale, buono e ingenuo.