Da piccolo, ho giocato a tanti giochi, senza mai finirne uno, sia perché non erano miei, quindi li ho dovuti restituire, sia perché come giocatore facevo pena e quindi abbandonavo dopo poco tempo l’impresa.
Crescendo, mi sono impuntato e ho deciso di portare finalmente a compimento le mie vecchie opere interrotte.
Sono riuscito a finire i primi “Resident Evil”, i primi due “Crash Bandicoot”, così come “Crash Team Racing” e ora “Final Fantasy VII”.
Fin dal rilascio di una versione HD dell’originale su Nintendo Switch, mi ero promesso di prenderlo e finirlo una volta per tutte, soprattutto ora che è uscito il tanto atteso remake per PS4 (anche se si tratta solo del primo episodio).
Peccato che io sono ancora provvisto della PS4, quindi il remake lo vedrò nel duemilaboh.
La fortuna volle, però, che l’eshop giapponese mettesse in offerta tutti i giochi Square Enix per Switch, ovviamente in formato digitale.
Li avrei presi tutti, ma dovetti sceglierne solo un paio per evidenti questioni di budget: la mia scelta virò sul dodicesimo capitolo e, manco a dirlo, al settimo.
Era l’occasione perfetta per mettermi in paro con uno dei capisaldi della cultura videoludica.
Finalmente anch’io posso dire di aver finito “Final Fantasy VII”!
“Final Fantasy VII” è un GDR giapponese, originariamente uscito per PSOne nel 1997, sviluppato dalla Square (ora Square Enix). In seguito, questo titolo è stato rilasciato per altre console, incluse le più recenti PS4, XBox One e Nintendo Switch, così come per il PC.
Vabbè, è inutile presentare i personaggi. Li conoscono persino i muri.
Il protagonista è Cloud Strife, il ragazzo con i capelli a punta che manco Sonic o Goku appena svegli, munito di spadone (no doppi sensi, pls).
Ad accompagnarlo, nel corso della sua lunga avventura, i suoi compagni di squadra: l’amica d’infanzia Tifa Lockhart e lo scorbutico Barret Wallace. Il trio ha poi modo di incontrare altri compagni: la giovane fioraia Aerith Gainsborough; Red XIII, un quadrupede in grado di parlare; la ninja Yuffie Kisaragi; il gatto robot Cait Sith; il pilota Cid Highwind e il tenebroso Vincent Valentine.
Importanti (e iconici) sono anche gli antagonisti: il presidente della Shinra (una grande corporazione le cui azioni stanno portando il pianeta alla rovina) e il figlio Rufus; lo scienziato pazzo Hojo e Sephiroth, un tempo superiore di Cloud quando entrambi erano parte dei SOLDIER, un gruppo di mercenari di elitè agli ordini della Shinra.
Non so perché, ma mi ricordavo Cloud sempre depresso e musone. Invece, in questo gioco sa essere spiritoso e ironico, ma soprattutto è protagonista di una storia personale molto complessa. Forse l’ho sempre confuso con Squall di “Final Fantasy VIII” (nemmeno l’ottavo capitolo sono riuscito a completare).
Tifa e Aerith, invece, sono proprio come le ricordavo: stupende, cazzute e carismatiche. Barret, invece, lo ricordavo meno rompiscatole e irascibile. Meglio così, mi ha fatto morire dal ridere in molte occasioni che non mi sarei immaginato. Anche lui si porta dietro una storia tremenda.
Degli altri membri della squadra ricordavo ben poco o niente, se non il loro aspetto fisico. Mi sono comunque piaciuti tutti: Red è intelligente e saggio, il doggo perfetto per questo tipo di avventura; Cait è adorabile e improponibile (un gatto robotico che cammina manovrando un robot grosso il doppio di lui); Cid è il campione di parolacce, insulti e altri maltrattamenti verbali (ne sa qualcosa la moglie Shera); Yuffie è un’altra rivelazione comica, anche se ogni tanto rasenta l’irritante. Vincent lascia parlare la sua imponenza.
I cattivoni sono orribili, avidi e senza scrupoli. I pezzi grossi della Shinra sono così bastardi che si attende con impazienza il momento di sconfiggerli in combattimento (o in altri modi).
Sephiroth…vabbè, è Sephiroth. Penso proprio sia il villain per eccellenza di questo franchise. Credo che nessun altro antagonista possa essere così carismatico e letale, soprattutto perché solo lui è stato in grado di rendersi colpevole di una terribile infamia, così scioccante da essere stata inserita in ogni annale videoludico possibile.
Che tu sia maledetto per sempre, Sephiroth.
Da non dimenticare, però, altre terrificanti presenze maligne, come la misteriosa entità JENOVA, le Weapon e altri nemici che hanno cominciato a popolare i miei incubi, come il serpentone Midgar Zolom (ho ancora i brividi, a pensarci) e Tonberry, il nemico che mi ha fatto dannare di più in assoluto.
La storia parte semplicissima: Cloud, Tifa e Barret fanno parte di un gruppo eco-terrorista, la AVALANCHE, che cerca di distruggere la Shinra in modo da salvare il pianeta dalla rovina. I ragazzi, però sottovalutano la corporazione, piena di assi nella manica. La guerra tra le due fazioni è appena cominciata.
Nel tentativo di sconfiggere la loro nemesi, i tre incontrano una serie di personaggi nel loro cammino, tra cui Aerith, che sembra essere la chiave per la salvezza del pianeta.
Purtroppo per loro, i guai non hanno la minima intenzione di lasciarli in pace ed ecco che anche la minaccia di Sephiroth fa la sua comparsa.
Perché tutti cercano la “Terra Promessa”? Cosa c’entra il “lifestream”, la linfa del pianeta?
Si tratta proprio di una battaglia all’ultimo sangue per il futuro del pianeta.
Da storia semplice e banale, quindi, si finisce per intraprendere un’avventura epocale, piena di colpi di scena, terrori, flashback confusi e soprattutto traumi che ancora oggi fanno piangere anche i gamer più impassibili.
I giochi di “Final Fantasy” non si sono mai risparmiati dal presentare al pubblico una storia piena di momenti oscuri e drammatici, ma questo capitolo ha osato più del previsto, rimanendo nella memoria di tutti proprio grazie alla sua capacità di coinvolgere a livello emotivo il giocatore, toccando temi molto importanti come l’importanza di proteggere il nostro pianeta. Ironico notare come tutto questo possa essere ancora attuale, nonostante il gioco sia uscito più di 20 anni fa.
Oltre alla meravigliosa storia principale, abbiamo modo di vivere numerose sottotrame in grado di farci conoscere meglio i protagonisti: per quale motivo Cloud ha continui vuoti di memoria e altrettante emicranie? Perché Barret è diventato così irascibile e violento? Qual è il passato suo e della figlia Marlene? Perché Yuffie si è voluta unire al gruppo? Chi è davvero Vincent? E le vere origini di Aerith? Avremo modo di conoscere meglio anche il passato di Sephiroth, il cattivone dai capelli argentei.
Nonostante la “pesantezza” dell’atmosfera di questa storia, non mancano comunque scene comiche, a tratti veramente demenziali, come quando Aerith e Cloud devono salvare Tifa da Don Corneo. Alcuni di questi momenti divertenti sono rimasti nella storia.
Come ogni buon GDR che si rispetti, ci sono molti dialoghi, soprattutto spiegoni sugli elementi chiave di questa storia, come il Mako, il Lifestream e la Terra Promessa. Robetta semplice.
I personaggi sono assolutamente iconici, provvisti di una personalità brillante. Se li ricordiamo ancora con affetto, a distanza di due decenni, vuol dire che hanno avuto un grande impatto su di noi, no? Belli i tempi in cui i protagonisti avevano del gran carisma (senza offesa, ma Noctis e Lightning sono mosci, in confronto a Cloud).
La storia è molto bella, più complessa di quanto mi ricordassi o mi sarei aspettato.
A livello di gameplay, “FF VII” utilizza il sistema di combattimento a turni, anche noto come ATB (Active Time Battle), in cui ogni personaggio può intraprendere un’azione solo dopo che la sua barra di attesa viene riempita. Possono scendere in battaglia solo tre personaggi.
Le azioni sono molte: attacco, difesa, magia, altre funzioni come il furto, lo scan o la trasformazione, utilizzo di oggetti (sia offensivi che curativi) ed evocazioni, la mossa più bella possibile, persino più dei Limit.
I Limit sono delle mosse speciali, attivabili solo se la barra dedicata a essi viene riempita al massimo, subendo danni dai nemici. Ogni personaggio ha dei Limit unici. Più vengono usato, più si sale di livello e si ottengono Limit sempre più potenti.
Le battaglie iniziano come nei giochi pokémon: girovagando per i vari dungeon, avvengono incontri causali e incomincia la lotta. Alcune volte, avrete la possibilità di attaccare alle spalle, sennò saranno i nemici a prendervi di sorpresa. In altri casi, possono esserci scontri da entrambi i lati.
Terminata la battaglia, si guadagnano punti esperienza, punti abilità, monete e anche oggetti.
Nella versione Switch, è possibile attivare due funzioni particolari: la velocità a 3x e l’assenza di incontri random con i nemici. La prima è utile per risparmiare tempo in lunghi viaggi o dialoghi, ma nelle battaglie può causare confusione, in quanto va troppo veloce. L’assenza di battaglie, invece, la vedo una funzione inutile. Se elimino la possibilità di combattere, come cavolo salgo di livello?
La personalizzazione dei personaggi è importante: a ognuno di essi può essere assegnata un’arma, un’armatura e un accessorio. A volte mettere l’equipaggiamento più potente non è la mosse migliore, in quanto alcune armi possono far guadagnare più punti abilità per i vostri Materia.
Cosa sono i Materia? Sono delle sfere che contengono della misteriosa energia, in grado di donare particolari poteri a chi li inserisce nel suo equipaggiamento. Alcuni contengono magia nera (Fire, Thunder, Ice), altri quella bianca (Revive, Restore), altri sono comandi speciali (come il poter colpire tutti i nemici con un colpo solo o poter colpire più volte in un turno), altri invece contengono le evocazioni o semplici supporti. Questi ultimi hanno effetto solo se combinati con altri materia: per esempio All permette a una magia di estendere il suo effetto su tutti i nemici o alleati, mentre Elemental permette a un dato personaggio di resistere agli attacchi di un dato elemento.
Anche la parte esplorativa è importante. Bisogna raggiungere i dungeon e le città attraverso la mappa del mondo.
Inizialmente, questa mappa crea solo problemi, in quanto non mostra i nomi dei posti. Per scoprire dove sei, ti tocca entrare nel luogo, poi aprire il menù. Solo lì, ti viene detta la tua ubicazione. Inizialmente mi sono perso un sacco di volte, mi sono dovuto aiutare con i video su YouTube. Poi, chissà come, ho memorizzato le direzioni e sono riuscito a beccare la destinazione al primo colpo. Lo ammetto, in alcuni casi è stato solo un colpo di fortuna.
Ogni dungeon/città ha i suoi angoli segreti dove possono trovarsi oggetti molto importanti. Visitate ogni luogo alla perfezione, senza tralasciare nemmeno gli angoli più insospettabili.
Inizialmente, vi tocca farvi il viaggio a fette. Poi otterrete diversi mezzi di trasporto, uno più utile dell’altro, compresi gli adorabili Chocobo, i pennuti simbolo di questa serie.
A rendere “FF VII” un gioco dalla longeva giocabilità e la presenza di numerose side quest. Già la storia principale dura parecchio (tre CD, per l’esattezza), ma ci sono anche missioni secondarie belle toste e piene di ricompense utilissime per le fasi avanzate del gioco. Se non fosse stato per la guida, probabilmente ne avrei saltate alcune.
Concludo questa sezione con il Gold Saucer, il parco divertimenti del continente. Se siete stufi di combattere o perdervi in giro per il mondo, fate un salto in questo bel posticino pieno di attrazioni, compresa un’arena per le battaglie e un Chocodromo, dove potete scommettere o partecipare in prima persona alle corse dei Chocobo (sarà legale?). Sono occasioni per ottenere oggetti unici e molto utili per le battaglie più ostiche.
La grafica trae in inganno. Le cutscene e gli scontri mostrano i personaggi a grandezza naturale e in resa realistica, mentre nelle schermate standard sono più poligonali e chibi. Vista così, la grafica sembrerebbe suggerire una storia carina, coccolosa e divertente.
Poi, però, sempre con questo elemento cartoonesco, ti fa assistere a scene strazianti.
Complimenti, team grafici. Avete capito come sconvolgere e ingannare il pubblico giocatore. In effetti, secondo me, alcuni momenti hanno avuto ancora più impatto grazie al tipo di grafica usato.
I personaggi, nel loro essere un insieme di cubi, sono belli, ancora iconici dopo più di 20 anni. Anche i mostri fanno impressione, alcuni riescono a incutere timore nonostante la grafica vecchia (sì, JENOVA e serpentone Midgar Zolom, sto parlando con voi).
Le evocazioni sono tantissima roba. Ognuna delle creature magiche entra in scena in maniera epica, per poi massacrare il nemico. Knights of the Round è sempre fonte di isteria.
La colonna sonora è impossibile da spiegare in poche parole.
Anzi, sì: CAPOLAVORO.
Ogni traccia è piena di sentimento e riesce a trasmettere l’atmosfera corrente al giocatore. Grazie alle musiche, è possibile capire se sei protagonista di un momento divertente oppure se una disgrazia è in procinto di sconvolgere le nostre vite.
Le musiche di combattimento sono super coinvolgenti, soprattutto quella che tutti ormai conoscono a memoria: il tema di Sephiroth.
A distanza da anni, il filmato di apertura, con Aerith che cammina per Midgar, riesce ancora a fare venire la pelle d’oca.
Sono felice di aver finalmente concluso uno dei cerchi più importanti della mia carriera videoludica: non aver mai finito il gioco in tutti questi anni è stato un vero rodimento. Come potevo definirmi un vero gamer?
Scherzo, ma comunque ci tenevo davvero a completare questo gioco, anche senza raggiungere il 100%. Volevo a tutti i costi vivere quelle forti emozioni narrate dai videogiocatori più appassionati della saga.
Ora finalmente, posso dire anche io di aver finito questo capolavoro dell’industria videoludica, anche se la mia psiche emotiva ha subito qualche piccolo danno da cui probabilmente ci metterò un pochino a riprendermi.
Spero di giocare anche io al remake. Sono davvero curioso di vedere se riusciranno a emozionarci come una volta.
Non basta una grafica in alta definizione a conquistare i cuori dei giocatori. Se una storia è potente, non c’è pixel che tenga. “Final Fantasy VII” ne sa qualcosa.