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L’ABURASOBA

Ramen, Udon, Soba. Gli “spaghetti” giapponesi in brodo, con vari tipi di condimenti, sono una vera droga. C’è sempre una scusa per mangiarne una scodella.

Tuttavia, da quando ho scoperto l’aburasoba, ho trovato il vero amore.

L’aburasoba è un piatto di soba, con i suoi condimenti, ma senza brodo, solo olio di sesamo in fondo. Bisogna mischiare il tutto per rendere il piatto squisito al 100%. Si può aggiungere anche dell’olio piccante, aceto e persino maionese. Sembra una cosa disgustosa, ma viene fuori una vera e propria squisitezza.

A Sendai c’è un ristorante piccolino, chiamato “Hifumi”, dove viene fatto dell’aburasoba divino. Ho mangiato questo piatto in pochi posti, ma credo che “Hifumi” non abbia rivali.

Si può prendere l’aburasoba in varie grandezza, ma il prezzo non cambia. È addirittura possibile chiedere il triplo dei “men” (spaghetti) nella scodella e condimenti aggiuntivi.

La prima volta, ho fatto lo smargiasso coraggioso e ho preso la porzione più grande, il triplo degli spaghetti e doppio condimento di carne.

Mi sono spazzato tutti i condimenti (carne, bambù, uova di quaglia), ma non sono riuscito a finire gli spaghetti. Era davvero troppo.

La seconda volta, non ho chiesto gli spaghetti x 3, solo la porzione maxi. Finita senza problemi.

Ciò che mi ha fatto innamorare di “Hifumi” non è solo la squisitezza del piatto, ma la grandezza delle fette di carne.

Sono dei bambinoni.

Un piatto super unto e pesante, ma necessario per sentirsi bene con sé stessi. Ecco cos’è l’aburasoba.


IL TAIYAKI

Vi presento il dolce più simpatico del Giappone: il taiyaki.

Questa simpatica prelibatezza è un dolce fatto dello stesso impasto dei pancake (farina, acqua, uova, zucchero), ma è a forma di pesce.

Da fan dei pokémon, sembra de magnà un Magikarp.

Questi dolcetti hanno vari ripieni: il più comune è la crema di fagioli rossi (anko), ma è possibile trovare anche pescetti ripieni di crema pasticcera, crema di patate dolci (satsuma imo), cioccolato…insomma di tutto. è possibile trovare pure ripieni salati, come il curry e la crema di funghi. Una volta, ho provato quello con la crema di funghi e non era male. Reputo, però, che il ripieno dolce sia più buono e azzeccato.

A Sendai c’è anche il ripieno alla crema di zunda, una pasta di fagioli tipica di varie prefetture del Tohoku, compresa Miyagi (dove si trova Sendai).

Questi dolcetti sono così popolari che è persino possibile trovarli nelle sale giochi: una delle sale SEGA, ad Akihabara, ha un chiosco al piano terra dove preparano vari tipi di Taiyaki, anche di forma diversa da quella del pesce. Ho preso quello al tè verde. Uao.

Anche il taiyaki può essere pericoloso per le papille gustative: se lo si mangia appena uscito dalla cucina, il ripieno è ustionante. Ne so qualcosa.

Spesso, quando giro per il centro, mi piace fermarmi a uno dei chioschetti che prepara taiyaki e me ne porto uno a casa, oppure, quando muoio de fame, me lo magno pe strada, ustionandomi puntualmente.

Un giorno, proverò a prenderne più di uno. Ho sempre paura di fare del male al mio corpo.

Ma sò troppo boni.


IL GOBO FRITTO

Questa pietanza è, probabilmente, la meno conosciuta.

Il gobo è un tipo di radice molto diffuso in Giappone.

Alla mensa lo mettono spesso tra le verdure. Non so se l’ho mai assaggiato alla fine, anche se mi ricordo che prendevo spesso un’insalatina con una specie di radice. (Quanto mi manca la mensa dell’università).

Di sicuro, il gobo l’ho magnato fritto.

In uno dei pub di Sendai, davvero carino e accogliente, viene servito il gobo fritto.

Sarà stata la somiglianza estetica con le patatine fritte, ma appena mi hanno detto di assaggiare, non mi sono tirato indietro.

Buonissimo. Si può definire la versione “light” delle patatine (anche se si tratta comunque di fritto). Me ne mangerei due porzioni intere da solo.

Ogni volta che vado in quel pub, tre cose prendo automaticamente: l’atarime (strisce di calamaro essiccato), onigiri cotti alla piastra e il gobo fritto. Quest’ultimo, al momento, l’ho trovato solo lì e so già che mi mancherà un mondo, in Italia.

Dovrei convincere il master del pub a darmi la ricetta…


Ovviamente, in Giappone ci sono moltissime altre leccornie che meriterebbero una menzione, ma le 7 descritte qui sono quelle di cui non riuscirei mai a fare a meno e mi mancheranno molto, quando tornerò a mangiare cibo prevalentemente italiano (e chi si lamenta…).

Sarebbe molto bello imparare a fare questi piatti.

Se solo fossi un cuoco decente.

Vabbè, ho ancora un paio di mesi di tempo per rimangiare almeno una volta ognuna di queste leccornie.

Ora che la lettura è finita, pulite subito il vostro pc o smartphone.

Lo so che avete sbavato un sacco.

RedNerd Andrea

4 thoughts on “I MIEI 7 PECCATI (GASTRONOMICI) CAPITALI IN GIAPPONE

  1. Piloswineseyes ha detto:

    Perfetto, adesso che è ora di pranzo me ne torno al mio tristissimo prosciutto e melone.
    Mi sa che prima o poi devo per forza visitare il Giappone, a costo di allargarmi lo stomaco con l’acqua gassata 😀

    1. RedNerd Andrea ha detto:

      Ahahahahahah sinceramente mi manca il prosciutto e melone, appena torno (a breve) lo mangerò, così mi disabituo al tanto cibo.

      Ah sì, se andrai in Giappone, il cibo sarà una delle prime cose che ti attireranno ogni minuto. 😂

  2. guchippai ha detto:

    Con me sfondi una porta aperta perchè adoro la cucina giapponese. Le tre volte che sono stata in Giappone ho assaggiato un po’ di tutto e se non sono diventata un barilotto è stato solo perchè tutti i giorni camminavo moltissimo. E i dolci… mamma, che buoni! Mi piacciono specialmente i dolci con il tè verde, in tutte le salse. La cosa che facevo ogni volta era svaligiare i negozi di dolci dell’aeroporto per portare quanto più possibile a casa (dopodichè razionare tutto per farmelo durare il più possibile XD).

    1. RedNerd Andrea ha detto:

      Ahahahahahahah eh rischio di fare la stessa cosa, prima di lasciare definitivamente Sendai. 😂
      Sì, i dolci con il tè verde sono buonissimi, ogni tanto prendo dei mochi al supermercato che sono una delizia!

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