Arriviamo a due giorni dopo, un mercoledì forse ancora più caldo e assolato di lunedì.
Altro luogo da recuperare, era una questione di principio ormai.
Matsushima è uno dei posti più amati in assoluto da tutti. Ogni occasione è ottima per andarci.
Io mi sono perso ogni chance di andarci con gli amici perché ero impegnato oppure a Roma per le vacanze invernali.
Infatti ho finito per andarci da solo, ma solo perché tutti gli altri erano impegnati con i report finali per l’università.
Io ho fatto il cattivo studente, lasciando il mio ultimo report in fase di completamento. Matsushima aveva la precedenza…e dopo averla visitata, mi sento soddisfatto e fiero della mia scelta.
Arrivare a Matsushima è stato più breve di Yamadera: solo una mezz’ora di treno.
Ci ho messo quasi di più ad arrivare dalla stazione alla parte più turistica.
Ho scoperto solo al mio arrivo che sono sceso al punto più lontano. Vabbè, camminare è tutta salute.
Arrivato alla zona più centrale, avevo tanti posti in cui andare, tra negozi di souvenir, templi, castelli, mercati del pesce e isolette.
Essendo ora di pranzo, cominciai con il cibo.
Dopo Shiogama, mi sono potuto gustare del pesce fresco al mercato di Matsushima.
Ho sofferto un po’ l’attesa perché bisognava stare in fila e ci stava un po’ di gente ammassata.
Io comunque ho fatto attenzione…soprattutto alla signora dietro di me che NON aveva la mascherina.
Ma perché la gente è così stupida? C’è una pandemia in corso e tu vai in un posto abbastanza frequentato senza protezioni?
Ma allora tu sì scema.
Per fortuna, il mio turno arrivò velocemente. Di certo, ci ho messo più io a usare il touch screen per fare il mio ordine che a fare la fila.
Visto che il mio piatto sarebbe arrivato dopo un po’, decisi di farmi davvero del male e presi dei kaki furai, ostriche fritte. Anche lì, aspettai un pochino…sotto un’aria condizionata a palla.
Ma perché in Giappone hanno questo fetish per l’aria condizionata super alta? Sono immuni a bronchiti, polmoniti o alle alterazioni di salute?
Dopo aver avuto questo bellissimo tu per tu con il freddo, arrivarono le mie ostriche e salì per sedermi a mangiare. Ovviamente, essendo da solo, scelsi un posto lontano dalle persone (anche se alla fine, una coppietta mi si è messa davanti).
Arrivato anche il mio ordine, mi accinsi a mangiare le ostriche.
E lì è iniziato il momento più disagiato della giornata.
Le ostriche erano BOLLENTI, soprattutto a causa del succo all’interno.
Ogni boccone ha causato un’ustione interna alla mia bocca, lingua e al mio palato.
Sento ancora bruciare, dopo due giorni.
Così imparo.
Per non farci mancare nulla, mi è preso un attacco improvviso di tosse e non avevo un fazzoletto a portata di mano, quindi ho dovuto trattenermi, soffrendo un po’, prima di afferrare un tovagliolo.
Sono stati 5 minuti intensi e pieni di ansia.
Per fortuna, riuscii a mangiare con calma e uscii subito dal mercato, prima che arrivasse ancora più gente.
Nel frattempo, aveva cominciato a fare ancora più caldo. Si stava peggio che allo Yamadera.
Vabbè, almeno ho preso un po’ di sole e mi sono abbrustolito faccia e collo, come sempre.
Seconda tappa: l’isoletta di Fukuurajima, accessibile tramite un bellissimo ponte.
Poiché bisognava prendere il biglietto in un bar prima del ponte, mi fermai per prendere anche un gelato fresco allo zunda (la crema di fagioli verde e dolce tipica di Sendai), così anche da dare un minimo di sollievo alla mia gola ustionata.
Camminare sul ponte è stato stupendo. C’era solo il mare ai miei lati.
Arrivato sull’isoletta, mi ha aspettato una piacevolissima camminata per i dintorni. Si potevano fare più tipi di giri, uno più lungo dell’altro.
Ovviamente, scelsi il giro completo, andando persino sul piccolo promontorio che nessuno si fila. Quando mi ricapita di tornarci?
C’era anche un bel tempietto, ma non era attivo, quindi niente stampo commemorativo.
La mezz’oretta di camminata intorno all’isola è stata paradisiaca. Quando sono arrivato al promontorio “meno calcolato”, mi sono potuto togliere per un pochino la mascherina, visto che non c’era nessuno. Finalmente un po’ di aria fresca.
La parte più bella di Matsushima.
Altro giro, altro tempietto non più in funzione, ma nelle vicinanze c’era un negozio pieno di souvenir carini, quindi ho fatto incetta di pensierini per gli amici, visto che manca poco alla partenza.
Prima di tornare a Sendai, passai al castello perché ero curioso di vederlo più da vicino, ma non si poteva. Mi sono dovuto accontentare di una foto da lontano. Peccato, visto che a Sendai il castello non esiste più, avrei visitato volentieri quello di Matsushima.
Ultima tappa: il tempio Zuiganji, molto bello, immerso nella natura e soprattutto provvisto di stampo commemorativo. Ora ho anche una pagina dedicata a Matsushima.
Si stava facendo pomeriggio ed ero stremato a dir poco. Sono andato a prendere il treno, stavolta nella stazione più vicina al centro. Ci misi solo 5 minuti a raggiungerla.
La stazione era all’aperto, quindi mi sono potuto godere la vista di Matsushima per gli ultimi minuti direttamente dalla banchina.
Ovviamente, mi addormentai più volte sul treno, ma cercai di tenermi forzatamente sveglio perché volevo scendere prima di Sendai.
Per fortuna, nessuno mi starnutì quasi addosso, stavolta.
Scesi a un paio di fermate prima di Sendai perché volevo levarmi un piccolo sfizio: visitare il negozio della squadra di baseball locale, i Rakuten Eagles, e prendere un pensierino per me.
Avrei voluto vedere una partita di baseball, durante questo anno a Sendai, ma il Covid ha rovinato tutto.
Mi diressi quindi al negozio, facendomi il giro dei bellissimi stadi della zona.
Il negozio era chiuso. Non si sa per quale motivo.
E vabbè. Mai ‘na gioia.
Sono tornato definitivamente a Sendai, ho risolto altre questione burocratiche e sono crollato in camera.
Avrei voluto visitare prima lo Yamadera e Matsushima, ma il tempo e io non andiamo quasi mai d’accordo.
Per fortuna ho potuto rimediare in questi ultimi giorni giapponesi, prima di tornare a casa. Meglio tardi che mai.
Se dovessi tornare a Sendai, in futuro, di sicuro tornerei pure a Matsushima, magari in un periodo meno caldo, così da godermi un giro più lungo e calmo, senza impegni che mi alitano addosso.
Matsushima è stato il mio primo contatto con il mare dell’anno. Anche se breve, è stato veramente piacevole.