Sono una persona semplice: nominatemi Miyazaki e lo Studio Ghibli e mi si illuminano gli occhi.
Pensate se mi accostate questi due nomi con i videogiochi: muoio felice.
“Ni No Kuni” unisce tutto quanto in un solo prodotto.
Avrei dovuto giocarlo già dal suo anno di uscita, ma sono stato un tacchino e me lo sono dimenticato.
Quando scoprii che sarebbe stato pubblicato anche per la Switch, giurai di recuperarlo una volta per tutte, cosa che feci.
Il gameplay mi ha fatto diventare isterico, ma il gioco è meraviglioso. è stato proprio come giocare un film dello Studio Ghibli.
“Ni no Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea” (in originale “Ni no Kuni: Shiroki seikai no jyoou”, “Due mondi: La Regina della Cenere Bianca Sacra”) è un videogioco di genere GDR, sviluppato da Level-5 in collaborazione con lo Studio Ghibli e pubblicato da Namco Bandai. Uscito originariamente per Nintendo DS nel 2010, è poi uscito per PS3 tra il 2011 e il 2013, poi per Switch, PS4 e Windows nel 2019.
Il protagonista della storia è il piccolo Oliver, da poco rimasto orfano della madre. Il tredicenne si trova a vivere un’avventura epica all’interno di un mondo parallelo.
Oliver è affiancato dalla fata maschio Lucciconio e, col passare del tempo, anche la maga Ester e il ladruncolo Arsuino.
Il gruppo incontrerà moltissimi personaggi nel suo cammino, tra cui il re felino Felix XIV, la Muccaliffa Lola, i Grandi Saggi Rakeem e Calidonio, nonché alcuni abitanti del mondo di Oliver, come la signora Leila, i giovani Philip e Stella e la misteriosa Pea.
Gli immancabili villain della storia sono il Genio Nero Shadar e la Strega Cinerea.
Oliver, grazie al cielo, non è uno di quei tipici protagonisti bambini: non è odioso, irritante e piagnucolone. Riesce a essere tosto e positivo, nonostante il lutto da poco subito. è stato un piacere giocare nei suoi panni.
Gli altri due personaggi giocabili sono interessanti: Ester è tanto carina e allegra, mentre Arsuino, inizialmente odioso, si rivela un sorpresone.
I personaggi secondari sono molto buffi, non molto approfonditi a livello psicologico, ma contribuiscono a rendere i due mondi di “Ni no Kuni” molto variegati.
I cattivoni sono davvero una sorpresa: sono i personaggi più sviluppati, dopo i protagonisti e Calidonio (che ha una sua importanza, nella fase avanzata della storia). Appartengono un po’ alla categoria “Cattivi giustificabili”, anche se fino a un certo limite. Esteticamente, però, soprattutto la Strega Cinerea, sono veramente tanta roba.
La storia è una tipica, squisita, quest epica fantasy: Oliver, dopo la morte della madre, scopre grazie a Lucciconio l’esistenza di un mondo parallelo al suo, dove gli abitanti di esso in qualche modo corrispondono ai suoi amici. Sperando di trovare la controparte della madre, il ragazzino parte all’avventura con la speranza di salvarla e, allo stesso tempo, di liberare i poveri abitanti dal terrore del perfido Shadar. Nel mondo parallelo, inoltre, Oliver scopre di avere il potenziale per diventare un mago potentissimo: nel corso del suo viaggio, quindi, deve anche raccogliere più incantesimi possibili e la bacchetta magica più potente del mondo, così da affrontare Shadar al massimo della sua forza.
Ovviamente, non sarà facile: ci saranno molti imprevisti, in entrambi i mondi. Oliver dovrà alternarsi ripetutamente tra la sua città, Motorville, e il mondo parallelo. Molti personaggi, tra l’altro, non saranno disposti subito ad aiutarlo, in quanto Shadar ha rubato loro i cuori, privandoli, quindi, di ogni caratteristica positiva del loro animo.
Solcando oceani, attraversando boschi e deserti e volando su nel cielo blu, Oliver visiterà ogni luogo possibile, per poi arrivare agli scontri finali contro i villain.
Ci sono molti colpi di scena, nel corso della storia, anche se non tutti positivi.
L’epicità del gioco raggiunge picchi sempre più alti, man mano che ci si avvicina al gran finale.
Nonostante alcuni momenti intensi, grazie a Lucciconio e alla sua grande famiglia di fate, si ride anche un po’.
Ho apprezzato tantissimo l’adattamento italiano. I dialoghi sono molto scorrevoli (e sono numerosi), quindi la storia non è molto complessa e noiosa.
La vera genialità della versione italiana è l’aver reso il linguaggio delle fate in un meraviglioso dialetto romanesco.
Io, da romano di nascita, sono rimasto strafelice.
Un’altra caratteristica carina è come sono stati resi i nomi delle città del mondo parallelo, unendo nomi di animali e nomi di città veri: Catmandù per Katmandù; Muccakesh per Marrakesh; Piggsbruck per Pittsburgh.
I personaggi sono molto carini e piacevoli, anche se alcuni non pienamente sviluppati, secondo me.
Passiamo al gameplay.
“Ni no Kuni” ha una specie di sistema di combattimento a turni. Puoi scegliere varie azioni, tra attacchi fisici, magie, utilizzo di oggetti, difesa o fuga. Eseguita l’azione, bisogna aspettare che si ricarichi per riutilizzarla, sennò fate una mossa diversa.
Nel caso delle magie, più è potente l’incantesimo, più tempo ci vuole per ricaricare il comando “incantesimi”.
La particolarità di “Ni no Kuni” è la possibilità di giocare sia nei panni del personaggio umano sia in quello dei suoi “minion”: ogni personaggio, infatti, può portare con sé tre famigli, ovvero delle creaturine appartenenti al mondo parallelo. Ognuno di essi ha un suo punto di forza (c’è chi è più ferrato sull’attacco fisico o su quello magico, per esempio, oppure chi è difensore oppure guaritore). Ogni famiglio ha un tempo di resistenza. Finito esso, si disattiva per ricaricarsi. Se si ritira il famiglio prima che la resistenza cali a picco, si ricaricherà molto più in fretta. Il famiglio e l’umano condividono gli stessi punti vita e magia: se il famiglio va K.O., quindi, viene sconfitto anche il suo padrone.
I famigli possono essere catturati grazie all’abilità “serenata” di Ester. Inoltre, possono evolversi in diverse forme…proprio come i Pokémon!
Sia i famigli che i loro padroni possono essere equipaggiati con armi, armature e accessori. Più si avanza nella trama, più sarà possibile trovare oggetti molto potenti.
La fase di combattimento, a volte, sa essere davvero ostica, visto che bisogna stare vicino al nemico per attaccarlo bene, oppure bisogna evitare di venire storditi, sennò la mossa viene annullata. I famigli, poi, a volte si muovono molto male.
Durante la lotta, è possibile recuperare un po’ di vita e di mana grazie a delle sfere colorate che cadono dal nemico, soprattutto quando lo si stordisce o si attua un’ottima mossa di difesa. Se si è abbastanza fortunati, si potrà persino raccogliere una sfera dorata, in grado di permettere al famiglio/umano che la ottiene di scatenare la sua supermossa. Quando si tratta di combattere un boss, le supermosse sono una mano santa.
La difficoltà dei combattimenti è tosta al punto giusto. Per alcuni boss, ho dovuto cercare le guide su Internet per capire meglio i loro punti deboli.
Passiamo alla fase esplorativa.
Oltre alla storia principale, è possibile affrontare le quest secondarie, utilissime sotto vari aspetti: permettono di ottenere denaro extra, oggetti molto utili e, soprattutto, dei timbri.
In questo gioco, si collezionano tessere dei meriti, ognuna delle quali può contenere 10 timbri. Più tessere vengono completate, più ricompense si possono ottenere. Alcune sanno essere davvero utili. I timbri si ottengono sia completando richieste di aiuto fatte dagli abitanti del mondo parallelo (si tratta di salvare persone, restituire alcuni cuori o ritrovare oggetti perduti) sia sconfiggendo delle creature molto pericolose e riscuotendone la taglia.
Gli incantesimi di Oliver tornano utili anche nelle esplorazioni: per poter visitare ogni luogo al 100%, servono determinati incantesimi. Alcuni si possono ottenere solo completando una particolare quest ricorrente che coinvolge il misterioso personaggio Horatio.
All’interno dei dungeon è possibile aprire dei forzieri, contenenti sia oggetti curativi che parti di equipaggiamento. Alcuni forzieri possono essere aperti solo con una bacchetta molto potente.
Il menù del gioco è ricchissimo: oltre alle funzioni base, come magie, info sui personaggi, gli equipaggiamenti e le impostazioni, c’è anche l’angolo dedicati ai famigli, dove è possibile potenziarli e farli evolvere; il diario, che contiene informazioni su trama, quest secondarie e cacce alle creature; un calderone dove è possibile creare oggetti per mezzo degli ingredienti trovati in tutto il mondo, oppure l’Abbecedabra, un meraviglioso libro che contiene tantissime nozioni, riguardo incantesimi, nemici, famigli, oggetti, vari luoghi del mondo parallelo e favole. Un libro che sarebbe bellissimo da leggere anche nella vita reale.
Io lo possiedo: l’ho comprato al mercatino dell’usato, quando ero in Giappone. Avevano l’edizione speciale del gioco per DS a soli 100 yen (poco più di un euro). Purtroppo il gioco non si può giocare su un DS non giapponese e il libro è tutto in giapponese, ma sticavoli. Lo tradurrò con calma.
La grafica e le musiche sono il vero fiore all’occhiello del gioco.
Alla prima ha collaborato lo Studio Ghibli. Mica pizza e fichi. Gli artwork e le animazioni sono opera loro…e si vede. è tutto stupendo. Pare di giocare a un film di Hayao Miyazaki.
Chissà come verrebbe fuori un adattamento televisivo o cinematografico di questo gioco.
La colonna sonora, invece, è stata curata da Joe Hisaishi, storico collaboratore di Miyazaki: le musiche di quasi tutti i suoi film sono opera sua. Risultato: anche le musiche sono meravigliose.
Il doppiaggio (giapponese) è molto carino e coinvolgente.
Nonostante il mio stress (già abbastanza delicato di suo) sia stato messo ripetutamente alla prova dal sistema di combattimento irritante, “Ni no Kuni” mi ha catturato grazie alla storia molto gradevole, seppur poco originale, ma soprattutto per merito del comparto grafico e sonoro. Grazie allo Studio Ghibli, ho scoperto un nuovo gioco.
Devo ammetterlo, però…non so se avrei giocato a questo titolo, se non fosse stato per l’elemento Ghibli. Forse lo avrei visto come il solito fantasy GDR giapponese e lo avrei ignorato.
La trama è un elemento molto importante per un videogioco, ma non bisogna sottovalutare l’impatto della sola grafica o della colonna sonora.