Welcome to Raccoon City. The real one.
Io amo la saga di “Resident Evil”.
Posso dire di essere cresciuto con i suoi giochi, rimanendone pure traumatizzato.
Impossibile rimanere impassibile, da bambino, davanti a serpenti giganti, squali enormi, tarantole e Tyrant.
Eppure, crescendo, sono riuscito a finire quasi tutti i giochi principali, tranne gli ultimi: il 6 perché fa pena, il 7 e l’8 perché la visuale in prima persona mi fa troppa paura e vorrei dormire sonni tranquilli, la notte.
Quindi, amo alla follia “Resident Evil”.
Da fan del franchise videoludico, sono rimasto sempre più deluso dagli adattamenti cinematografici usciti in questi ultimi venti anni circa: per carità, trash e leggeri quanto basta, ma non avevano quasi nulla di “Resident Evil”.
Scusami, Milla Jovovich, ma anche no.
A causa di questi disastri sul grande schermo, ho reagito con estremo scetticismo, alla notizia di un remake della saga cinematografica.
Perché rovinare un capolavoro del survival horror…ancora una volta?
La mia disperazione si è fatta più acuta, appena vidi le prime immagini degli attori sul set.
QUASI NESSUNO ASSOMIGLIA ALLA CONTROPARTE VIDEOLUDICA.
Aiuto. Aiuto aiuto aiuto.
Ma non mi sono dato per vinto e ho visto il film. Si tratta pur sempre di “Resident Evil”.
…
…
…che brutto avere i pregiudizi.
A quanto pare, “Resident Evil” ha finalmente avuto un adattamento cinematografico che gli ha dato giustizia. Almeno per me.
Scritto e diretto da Johannes Roberts, “Resident Evil: Welcome to Raccoon City” è un film horror statunitense ed è un nuovo adattamento cinematografico della celebre saga survival horror prodotta dalla Capcom.
Nessun personaggio inventato in “Welcome to Raccoon City!”
In “Welcome to Raccoon City” appaiono SOLO personaggi della serie videoludica.
Nessun protagonista originale e inserito in maniera forzata nella narrativa (Alice, sto parlando di te).
Questo è già un punto a favore per questo film.
I protagonisti sono i fratelli Chris (Robbie Amell, cugino di Stephen “Green Arrow”) e Claire (Kaya Scodelario di “Skins”) Redfield.
Oltre a loro, compaiono i colleghi di Chris: Albert Wesker (Tom Hopper di “The Umbrella Academy”), Jill Valentine (Hannah John-Kamen) e il nuovo arrivato Leon S. Kennedy (Avan Jogia). C’è anche il loro capo, Irons (Donal Logue).
Il cast del videogame non finisce qui, in quanto ci sono anche William Birkin (Neal McDonough), uno degli scienziati principali dell’Umbrella Corporation, con moglie Annette e figlia Sherry a carico, il giornalista Ben Bertolucci (Josh Cruddas) e Lisa Trevor (Marina Mazepa), una figura inquietante legata all’infanzia di Claire.
In pratica, abbiamo un cast che unisce i primi due videogiochi e anche il remake del primo! Ottimo.
Succedono così tante cose nel film che è impossibile apprezzare a pieno lo sviluppo dei personaggi come singoli individui e delle relazioni tra di loro.
Ciò nonostante, sono tutti affascinanti e carismatici, non sono ridotti a comparse poracce, come nei film precedenti.
Forse l’unica che mi è mancata un po’ è stata Jill: la sua cazzutaggine c’era solo a tratti, in altri momenti mi sembrava un secondario lagnoso che fungeva solo da groupie di Wesker.
JILL NON È COSÌ.
Tutto il resto funziona.
Mi ha rattristito vedere il rapporto tra i Redfield freddo, ma ben contestualizzato in questo film. Claire e Chris sono sempre stati i miei preferiti e anche qui non mi hanno deluso, soprattutto lei.
Tra l’altro, sono gli unici a essere davvero somiglianti agli originali videoludici.
Gli altri personaggi non c’azzeccano una ceppa.
…tipo Leon.
Ma ciao, Carlos Olivera. …ah no? Non è Carlos? Allora è Luis Sera! …no, manco lui.
Questo ragazzo è Leon S. Kennedy.
Dimenticatevi il biondone coatto. Qui è ispanico, moro e imbranato, quasi una macchietta.
Eppure funziona benissimo. L’ho adorato per tutto il film.
Anche Wesker è un’altra persona, non sembra più il gemello segreto di Horatio Caine. Inoltre, è un agente come gli altri. Me lo ricordavo di rango superiore, nel videogioco.
Il ruolo di William Birkin, sebbene minore, è rimasto invariato, mentre Sherry diventa una mera comparsa. Peccato.
Vedere Lisa Trevor mi ha sorpreso, in quanto è apparsa solo nel remake. Questo dimostra come abbiano cercato di essere fedeli all’originale…in termine di personaggi. Per quanto riguarda la fisicità, la fedeltà se n’è andata a quel paese.
Guardando il cast da un punto di vista poco purista, mi è piaciuto tantissimo.
QUESTO è un omaggio al videogame.
“Welcome to Raccoon City”: L’inizio dell’incubo
Anche la trama è abbastanza fedele all’originale, che grande shock!
Il film riprende buona parte degli eventi dei primi due giochi, con le immancabili licenze poetiche del regista: in poche parole, la squadra di Chris viene mandata a investigare un crimine avvenuto in una villa isolata, mentre Leon e Claire si trovano faccia a faccia con il caos in città. Entrambe le storylines hanno un fattore comune: c’entrano gli zombie.
Bello godermi la storia di due giochi in un film.
La cosa interessante è che, durante la pellicola, assistiamo al lento sviluppo dell’epidemia zombie a Raccoon City: vediamo gli abitanti manifestare i primi sintomi e il resto è storia.
Scopriamo anche la causa del grosso guaio, ma non viene approfondita come merita.
Alcune trame secondarie legate ai personaggi sono fedeli all’originale, altre invece sono inedite, come il legame dei Redfield con Raccoon City, particolare ma contestualizzato bene, secondo me.
E comunque, tutto ha più senso dell’esistenza di Alice.
La storia fila liscio, nonostante tutti i tiri mancini della Umbrella, e si arriva al finale bello adrenalinico, anche se alcune parti sono state affrettate troppo. Anche i colpi di scena non mi hanno sconvolto, ma nel mio caso è normale: so la trama di tutti i giochi.
Onestamente, non mi sono annoiato per niente. Mi sono goduto ogni singolo secondo, sia in preda alla paura che nel pieno di attacchi da fanboy.
Oserò dire di più: se fosse durato di più, dando il giusto spazio a ogni elemento di trama, secondo me sarebbe stato ancora meglio.
Un grande pregio del film è l’essere principalmente votato allo spavento: ci sono poche scene comiche, quasi tutte con Leon.
Non andatevene durante i titoli di coda. Ci potrebbe essere qualcosa di interessante (qualcuno ha detto “sequel” e “cameo iconico”?)
Nota di merito anche per la sceneggiatura: non è affatto maligna, i dialoghi mi hanno coinvolto. Peccato per alcuni punti di trama poco sviluppati, soprattutto la figura della Umbrella Corporation: avrei gradito una maggiore enfasi sulla sua rappresentazione come villain principale.
Ci sono moltissimi riferimenti ai videogiochi e alcune scene chiave sono state ricreate molto bene.
Raccoon City: una città da paura
L’elemento horror è molto buono.
Non ci sono scene di super mega giga azione, a differenza dei film con la Jovovich: niente scazzottate trash, niente esplosioni alla Michael Bay, niente che allontani dal terrore puro di “Resident Evil”. Le sparatorie ci sono in quantità “umana” e i jump scares si uniscono bene ai momenti di terrore più psicologico. Ci sono molte scene in cui c’è sempre il timore che dietro l’angolo si nasconda uno zombie.
Proprio come nei primi giochi, si alternano momenti più investigativi con quelli più dinamici.
Anche il livello di sangue e violenza è giusto: niente di esagerato, ma nemmeno forti censure.
I mostri sono uao: gli zombie vengono mostrati in tutto il loro decadimento fisico, da umani infettati a bestie affamate di carne umana. Orribili ed efficaci.
Ci sono anche altre creature iconiche, come i licker e l’immancabile boss finale, tutti molto fedeli al videogame. Sono rimasto sbalordito, nelle scene finali.
Fedeltà e cura in tutto
Le ambientazioni del film cercano di omaggiare al meglio i videogiochi, riuscendoci bene: abbiamo la stazione di polizia, l’orfanotrofio, la Villa Spencer sui Monti Arklay. Tutto molto bello.
Raccoon City si conferma come la città più maledetta e terrificante della storia dei videogame. Spero non si siano ispirati a una città vera…se fossi negli abitanti del posto in questione, traslocherei all’istante.
Ottimo gioco di luci e ombre, soprattutto in una scena che mi è piaciuta tantissimo. Le scene più spaventose avvengono quando non c’è un minimo di luminosità.
Esteticamente mi è veramente piaciuto.
Anche la colonna sonora è sul pezzo, con tracce molto spettrali e in linea con l’orrore del film.
“Resident Evil: Welcome to Raccoon City” è il film che noi fan della saga videoludica ci meritavamo da almeno venti anni.
L’attesa è stata molto dura, soprattutto perché ci siamo dovuti sorbire 6 film tremendi (che ogni tanto mi rivedo perché sono succube del trash, ahimé).
È un film perfetto? Ovviamente no.
È fedele al gioco? Molto più di quanto mi aspettassi, nonostante il cast poco somigliante e alcune sottotrame nuove.
Nonostante fossi partito pieno di pregiudizi, sono uscito dalla sala veramente soddisfatto.
Alleluja. “Resident Evil” si può fare al cinema.
Potete vedere il trailer qui!