Ormai, Aggretsuko è una certezza. L’adorabile panda rosso con la passione del death metal ha fatto breccia nel cuore degli spettatori, tanto da portare alla realizzazione di ben quattro stagioni e uno speciale natalizio.
Il capitolo numero 4 continua a divertirci con le rogne che la povera protagonista incontra nella sua vita, ma ci fa conoscere meglio anche i diversi personaggi che le ruotano incontro.
Diretto e scritto da Rarecho, “Aggretsuko” (in originale アグレッシブ烈子, “Aggressive Retsuko”) è una serie comica animata giapponese, disponibile sulla piattaforma streaming Netflix come suo prodotto originale.
Il cast è la forza di Aggretsuko
Il cast è lo stesso delle precedenti stagioni.
La protagonista è Retsuko, la panda rossa timida e pasticciona, ma con un talento (non più tanto) nascosto per il death metal.
La giovane è affiancata dagli amici e colleghi Fenneko e Haida, quest’ultimo innamorato di lei da sempre.
Altri personaggi importanti sono il capoufficio tirannico Ton, altri colleghi come la gazzella Tsunoda, l’ippopotamo Kabae e il tasso Anai, le superiori Washimi e Gori.
Ogni tanto fanno capolino anche guest delle stagioni precedenti, come Tadano, ex di Retsuko; Manaka, una delle idol con cui Retsuko si è esibita durante la terza stagione e Hyodo, colui che ha fatto loro da manager.
C’è solo una new entry: Himuro, il nuovo presidente della ditta in cui lavora Retsuko.
I personaggi sono buffi e variopinti, come sempre.
Retsuko è adorabile, soprattutto quando si sfoga al karaoke facendo growl metal. Quando fa la remissiva, mi fa arrabbiare, ma finalmente, piano piano, tira fuori un po’ di cazzimma, soprattutto negli ultimi episodi.
Fenneko rimane sempre la mia preferita in assoluto: è folle, sarcastica, imprevedibile. Anche solo sentirla parlare mi uccide.
Haida finalmente sta tirando fuori gli attributi, anche se a volte scade sempre nello stupido. HAIDA, FAI L’UOMO, SU.
Il resto del cast contribuisce a rendere più vivace la storia, grazie alla personalità esuberante, stereotipata al punto giusto e a tratti trash dei personaggi.
Finalmente conosciamo meglio alcune personalità, come il capoufficio Ton che, dopo 4 stagioni, ottiene spazio importante, così come Kabae (che tenerezza che mi fa) e Anai (che non capirò mai se lo odio o semplicemente mi è indifferente).
Nonostante questo upgrade, alcuni personaggi vengono messi in ombra, come le mitiche Gori e Washimi: la prima non appare quasi mai, mentre la seconda sembra diventata una specie di lacchè/grillo parlante del villain della stagione.
Parlando del villain…la new entry, Himuro, è molto interessante. Sbuca così, dal nulla, ma ha un piano ben preciso che appare subito ambiguo, ma poi raggiunge vette di oscenità sempre più alte. Riesce a ingannare alla grande, grazie al suo carattere affabile e scaltro. Ci voleva uno come lui.
Niente, vorrei fare la collezione delle action figures di più di metà cast perché li adoro tutti.
“Aggretsuko”: dopo la parentesi idol, che succede poi?
La quarta stagione di “Aggretsuko” è ambientata poco dopo gli eventi del capitolo precedente: Retsuko, shockata dall’aggressione subita da un fan maniaco, lascia il suo posto nel gruppo idol e cambia casa, facendo anche affidamento sulla protezione di Haida, rifiutato ma sempre presente.
Cosa succederà al loro rapporto? Migliorerà o peggiorerà?
Il loro legame è il punto chiave della stagione, così come l’ambiente lavorativo: cambiamenti, subentri, licenziamenti e magna magna sono all’ordine del giorno.
Retsuko, ovviamente, sarà coinvolta in ogni cosa, in un modo o nell’altro, e non reagirà sempre bene.
Per fortuna, il death metal è sempre pronto in suo soccorso.
Essendo la trama principale ambientata nella ditta di Retsuko, vengono mostrate anche sottotrame legate ai diversi colleghi, in primis Kabae e Ton. Molto interessante.
Gli episodi sono brevi, durano tra i 15 e 30 minuti circa, quindi la storia scorre bene, senza scene noiose: si va dritti al punto.
Da buona serie animata comica, ci sono un sacco di gag: ogni 3 scene, almeno un personaggio sclera. Tra figuracce e sbrocchi, la risata è assicurata.
Tuttavia, ci sono anche delle scene tenere: mai avrei pensato di commuovermi per un paio di personaggi.
La sceneggiatura è molto piacevole: i dialoghi sono coinvolgenti, non troppo lunghi e pesanti. Un pregio di “Aggretsuko” è la sua immediatezza: con poco, comunica molto.
Quando la grafica semplice non è un difetto
“Aggretsuko” è adorabile anche per i suoi disegni: sono semplici, ma pieni di espressività e di colore. Quando i personaggi si arrabbiano, muoio dal ridere.
La colonna sonora è molto divertente, in quanto si alternano tracce tranquille, sentimentali con musiche coattissime e metal. Io amo questi contrasti improponibili.
Come per le stagioni precedenti, me la sono gustata in lingua originale: ogni personaggio ha un suo modo di parlare e ogni occasione è buona per migliorare il mio giapponese, anche se alcuni personaggi li capisco poco o per niente.
“Aggretsuko” è uno dei miei guilty pleasure preferiti: è divertente, piacevole, poco impegnativo.
Me lo guarderei all’infinito, peccato che ogni stagione ha 10 episodi.
Chissà in che direzione andrà la serie, in caso venga confermata la quinta stagione. Continueranno a spremere la ditta di Retsuko? Spero di no, alla lunga potrebbe diventare troppo monotono.
Basta che ci facciano divertire, tra un growl e l’altro.
“Aggretsuko” è disponibile qui!