Dopo il remake di Hoenn, è arrivato il momento di tornare nella regione di Sinnoh con “Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente”, i remake dei titoli principali della quarta generazione dei pokémon.
Questi due titoli, sin dal loro annuncio, hanno causato molte controversie a causa del comparto grafico utilizzato e dei suoi contenuti per niente innovativi.
Tutti difetti oggettivi…ma questi remake riescono comunque a essere divertenti?
Alla fine, sì. Sennò non ci avrei giocato (e tenuto uno pseudo diario di viaggio)
Sviluppati dallo studio ILCA e pubblicati dalla Nintendo e da The Pokémon Company, “Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente” sono due titoli esclusivi della Nintendo Switch e rappresentano i remake di “Pokémon Diamante e Perla”, usciti per il Nintendo DS nel 2006.
Sempre le solite facce su “Pokémon Diamante Lucente”
Come in ogni avventura pokémon, giochiamo nei panni di un giovanissimo allenatore che viene incaricato dal professore della storia, in questo caso il Prof. Rowan, di completare il pokédex, un dispositivo che può contenere informazioni su ogni specie di pokémon esistente.
Oltre a questa ricerca, verremo sfidati da numerosi allenatori e avremo modo di formare una squadra di compagni in grado di sconfiggere addirittura Capipalestra e Lega Pokémon, ovvero la creme della creme degli allenatori.
Avremo anche il tempo per salvare il mondo, in quanto dovremo fermare i piani folli del Team Galassia, un gruppo di criminali, capitanati dal folle Cyrus, che vuole conquistare e assoggettare l’intero universo.
Oltre al Professor Rowan, incontreremo diverse figure chiave, tra cui il nostro rivale Barry, intenzionato a sfidarci ogni secondo, e l’assistente del luminare, un allenatore del sesso opposto al nostro: se abbiamo scelto il ragazzo, collaboreremo con Lucinda, sennò con Lucas.
Sono tutti volti già visti nel videogioco originale, quindi niente grandi novità nella trama. L’unica novità, forse, è la possibilità di interagire con Lucinda/Lucas.
L’assenza di originalità non impedisce ai personaggi di essere memorabili. Alcuni di loro sono delle vere e proprie leggende, dal villain super contorto Cyrus alla fantastica Camilla, colei che rappresenta gli incubi di tutti.
Anche la storia non presenta cambiamenti, se non un paio di piccole cose nel postgame.
Ok che i remake migliori sono quelli che rispettano al massimo l’originale, ma bisogna comunque inserire qualcosa di diverso o nuovo, sennò sembra di rivivere le stesse identiche cose, ma un decennio dopo.
Che noia.
Niente di nuovo nel gameplay?
Come ogni titolo principale che si rispetti, “Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente” sono divisi in due fasi principali: quella di esplorazione e di cattura dei pokémon e quella di combattimento contro gli altri allenatori.
L’obiettivo delle lotte e mandare k.o. la squadra avversaria, giocando sui tipi dei pokémon: alcuni tipi sono superefficaci su altri.
Quando si tratta di catturare nuove creaturine, invece, NON bisogna mandare k.o. nessuno, ma solo indebolirle abbastanza da catturarle con le pokéball.
Durante l’esplorazione di Sinnoh, servono delle mosse chiamate MN (Macchine Nascoste), disponibili mano a mano che si avanza nel gioco. Grazie a esse, si potranno raggiungere angoli più lontani.
Oltre al gioco principale, si può partecipare a diversi minigiochi, come le Super Gare-Show, dove ci si sfida a colpi di bellezza, carisma, danza e recitazione, e si possono creare i poffin, speciali dolcetti per i pokémon, attraverso movimenti del joystick abbastanza ostici.
Il divertimento principale, però, sono i Sotterranei, ampliati e rinnovati, rispetto all’originale.
Oltre alle pareti dove bisogna scavare per raccogliere oggetti, è possibile visitare dei rifugi abitati da pokémon molto rari.
Qui è l’unica occasione in cui si possono vedere i pokémon selvatici a occhio nudo.
Ma quando si decideranno a rendere perenne questa meccanica? Funzionava benissimo in “Let’s Go Eevee e Pikachu”.
Un’altra novità dei Sotterranei riguarda la collezione di statue di pokémon con cui decorare la propria base.
Per quanto riguarda il livello di difficoltà del gioco, onestamente l’ho trovato impegnativo al punto giusto, soprattutto nelle fasi finali del gioco principale e nel post-game. Non mi è sembrato facilissimo come i titoli usciti in precedenza.
Un elemento che, invece, mi ha dato un po’ fastidio, è stata l’impossibilità di trovare pokémon oltre la quarta generazione.
In pratica, questi remake sono letteralmente identici agli originali in moltissime cose, tranne che alcune aggiunte, come i Sotterranei e il post-game, in cui è possibile catturare diversi esemplari rarissimi, addirittura leggendari.
Ah sì, si può anche personalizzare l’aspetto del protagonista, ma le scelte sono veramente poche.
Qualcuno, qui, non si è impegnato più di tanto.
“Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente”: un remake in 3D
Eccoci alla parte più critica dei remake di Sinnoh: il comparto grafico.
Tutti ci saremmo aspettati una completa evoluzione estetica, al pari almeno di “Pokémon Spada e Scudo”: i personaggi sarebbero finalmente stati resi a grandezza naturale per tutto il tempo.
E invece no.
La grafica è identica agli originali, ma in 3D, invece che 2D. Quindi, per la maggior parte del gioco avremo i personaggi chibi, per poi vederli a grandezza naturale solo nei combattimenti.
Che senso ha lasciare tutto come 15 anni fa?
Non è un gioco per il Game Boy o per il Nintendo DS, ma per la NINTENDO SWITCH, una console che può reggere tanta roba.
Perché non hanno voluto fare dei passi in avanti?
Che tristezza.
I pokémon, almeno, sono stati rappresentati adorabili come meritavano.
Ma non basta.
Per fortuna, la colonna sonora è ancora una meraviglia: ovviamente, le musiche hanno subito delle modifiche per renderle più “moderne”, ma non sono state minimamente stravolte.
Sarebbe stato un peccato assistere alla rovina di tracce storiche come quella di Camilla o di Dialga e Palkia.
“Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente” sono un perfetto esempio di videogiochi che non si applicano.
Eccezion fatta per alcuni elementi, è tutto un copia e incolla delle loro controparti originali, ma con la grafica in 3D.
Sono dei “remake” solo tecnicamente.
La cosa che mi fa arrabbiare è che sono comunque due titoli divertenti e in grado di essere impegnativi, quando serve.
Che spreco di potenziale.
Spero davvero che “Leggende Pokémon: Arceus” possa compensare la quasi totale delusione di questi remake.
Sinnoh merita molto di più.
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