Se dovessi nominare un film rivelazione dell’anno, o almeno degli Academy Awards, al momento direi “I Mitchell Contro le Macchine”.
Non so se lo avrei visto, senza la motivazione delle premiazioni. Essendo più appassionato di anime o cartoni Disney, tendo involontariamente a ignorare le proposte di altre case di produzione.
Questo film mi ha fatto capire di essere un pollo, perché bisogna andare oltre le proprie confort zone.
“I Mitchell Contro le Macchine” è una pellicola simpatica, coinvolgente e anche profonda.
Ora non so per chi tifare, agli Oscar.
Diretto da Mike Rianda e prodotto dalla Sony Pictures Animation,”I Mitchell Contro le Macchine” è un film di animazione statunitense, appartenente al filone sci-fi; è disponibile sulla piattaforma streaming Netflix.
Famiglia Mitchell VS Macchine robot: il match dell’anno
Da un lato del ring abbiamo i Mitchell: papà Rick, mamma Linda, i loro due figli, la maggiore Katie e il minore Aaron e l’amato cane Monchi.
Dall’altro, abbiamo i cattivoni del film: un’armata robot creata dal magnate Mark Bowman resa improvvisamente aggressiva.
Altri personaggi importanti sono la famiglia Posey, i vicini dei Mitchell; PAL, l’assistente virtuale di Mark Bowman, e i robot Eric e Deborahbot 5000, improbabili alleati dei Mitchell.
Il cast è ridotto ed è un’ottima cosa perché abbiamo modo di conoscere i Mitchell a tutto tondo: ogni componente della famiglia è un individuo unico, interessante e divertente, anche nel caso del padre Rick, un po’ rompiscatole e “boomer”.
La protagonista è la figlia Katie e la reputo un personaggio con cui gran parte del pubblico si può immedesimare, sia per il suo carattere incompreso e diverso dalla massa, sia per la passione che mette nei suoi progetti, che piacciano o no alla famiglia.
Anche Mamma Linda e il piccolo Aaron sono esilaranti, in particolare il bambino: ha una passione enorme per i dinosauri e tende a essere molto strampalato. A renderlo veramente comico, però, è la voce: sembra di sentire parlare un adulto…e infatti è doppiato dal regista 37enne del film.
Far doppiare un bambino a un adulto senza fargli modificare la voce può sembrare ormai un cliché, ma se viene fatto bene, fa morire dal ridere.
La vera star del film, però, è il carlino Monchi: è il vero mattatore ed eroe della famiglia.
Gli altri personaggi sono tutti dei cliché, che siano i vicini perfetti, bellissimi e impeccabili dei Mitchell, un imprenditore scemotto che viene “tradito” dalla sua stessa squadra o un assistente frustrato che decide di abbracciare ideali maligni.
Tuttavia, la sceneggiatura divertente impedisce agli stereotipi di essere noiosi.
“I Mitchell Contro le Macchine”: chi vincerà?
Questo gioiello di film è la versione sci-fi delle ormai troppo usate apocalissi zombie: già questo reworking di un tema conosciuto e usato a ripetizione gioca a suo favore.
Tutto sembra filare liscio: l’aspirante cineasta Katie è stessa accettata nell’università dei suoi sogni, dove può migliorare la sua creatività ed essere accettata da altri artisti come lei, senza venire giudicata dalla famiglia, in particolare dal padre, simpatico ma spesso all’antica.
Tuttavia, l’ennesimo litigio tra i due porta a un cambiamento last minute, prima dell’inizio dell’anno accademico della protagonista: un viaggio di famiglia on the road per risanare i rapporti.
Povera Katie.
Ma il vero colpo di scena avviene dopo: durante la gita, il magnate Mark Bowman presenta la sua ultima invenzione: dei robot domestici.
Tutto molto figo, grande innovazione mondiale…peccato che qualcosa (o qualcuno) fa andare in pappa i circuiti dei robot, rendendoli aggressivi e desiderosi di conquistare il mondo.
Ed ecco che tutta la Terra diventa vittima di un’apocalisse robot.
Tutti gli umani vengono rapiti…a eccezione dei Mitchell.
La nostra eccentrica famiglia disfunzionale diventa, quindi, l’ultimo baluardo per la salvezza dell’umanità.
Riusciranno i quattro umani e il cane a unire le loro forze, appianare le loro divergenze e impedire la supremazia robotica?
La trama è semplice: niente di troppo arzigogolato e ambizioso. Si tratta di un film per famiglie con un twist mezzo horror.
Un mix che adoro.
Ci sono molte scene divertenti: si ride già dal primissimo minuto.
Ormai è raro riuscire a far ridere il pubblico, quindi il film ha fatto un ottimo lavoro.
A completare il tutto, ci sono diversi messaggi importanti, a partire dall’importanza della famiglia e della comprensione reciproca tra genitori e figli. Molto attuale, direi.
Ah, c’è anche spazio per una bellissima rappresentazione della comunità LGBT+ proprio attraverso la protagonista Katie, gestita senza risultare stucchevoli e importuni.
Un argomento ancora taboo inserito in un film per famiglie e in un ruolo presente per tutta la durata della pellicola: chissà quante Karen e quanti boomer triggerati.
‘Sti grandi cavoli. Io sono ancora più fiero di questo film proprio per questo.
Esplosioni, effetti speciali, filtri e tanto altro ancora
Essendo un film di animazione, ci sono a prescindere un sacco di effetti speciali, figuriamoci se è una pellicola sci-fi: combattimenti ed esplosioni piovono a catinelle.
Il fatto che Katie sia un’aspirante videomaker rende il tutto ancora più variegato, a livello visivo: ci sono molti intermezzi con stili grafici diversi da quello del film, per non parlare dei filtri social.
In alcune scene ci sono anche spezzoni video tratti dal mondo reale, quindi c’è un incontro tra numerosi stili estetici e il risultato è ben amalgamato e innovativo.
Anche la colonna sonora risulta nutrita, tra musiche del film e canzoni già conosciute.
“I Mitchell Contro le Macchine” è la sorpresa di questa stagione: è divertente, spensierato, ma allo stesso tempo profondo.
Ha tutte le carte in regola per piacere a grandi e piccini.
Nonostante la concorrenza agguerrita della Disney, il film è riuscito a ottenere numerosi premi, vincendo tutte le candidature agli Annie Awards, ossia dei riconoscenti dedicati esclusivamente all’animazione.
Dulcis in fundo, è candidato ai Premi Oscar per il Miglior Film d’Animazione.
Per me, se la giocano proprio questo film e “Encanto”.
Io li ho amati entrambi, per me possono pure portarsi via la statuetta insieme.
“I Mitchell Contro le Macchine” è disponibile qui!