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Finalmente ho trovato il gioco perfetto per un carattere irrequieto come il mio.

Di solito, gioco sempre a picchiaduro, giochi d’azione o di ruolo, oppure musicali. Insomma, se non faccio qualcosa di stressante, non sono contento.

A ‘na certa, necessitavo, però, di addentrarmi in un mondo più rilassante, lento, in cui non sbroccare per nemici potenti, difficoltà martorianti oppure glitch vergognosi.

L’occasione è arrivata con un ottimo tempismo, visto che siamo in un periodo molto delicato in cui bisogna restare assolutamente a casa.

E così, per la prima volta in assoluto, ho comprato un gioco di “Animal Crossing”.


In teoria, non è la prima volta che ci gioco.

Ho scaricato anni fa il gioco per smartphone “Pocket Camp”, ma mi sono annoiato subito, quindi ho preferito posticipare il mio “battesimo” nel mondo di “Animal Crossing” a quando avrei giocato a uno dei titoli principali, usciti per console.

Nonostante ne avessi sentito così tanto parlare, non ho mai dato un’occasione a questo franchise fino a ora, non perché non mi attirasse, ma perché pensai che non fosse il gioco adatto a me, visto che preferisco dannarmi in sparatorie, combattimenti e avventure.

Eppure, la sentivo, quella vocina che mi diceva “Su, vendi la tua anima a Tom Nook e compra casa nel mondo di AC, ne hai bisogno”. Io, però, non le davo retta, così non avevo mai comprato nessun gioco su console fino al 3DS.

“Pocket Camp” è stato un esperimento in parte riuscito, perché nonostante mi fossi annoiato, mi sono detto “Secondo me, mi divertirei molto di più con un gioco al massimo delle sue potenzialità, quindi aspetto il nuovo titolo per console”.

Come prevedibile , hanno fatto uscire il nuovo capitolo su Nintendo Switch, “New Horizons”.

Senza pensarci due volte, l’ho preso, sperando di non pentirmene.

Penso proprio che questo piccolo gioiellino non lo mollerò fino ad almeno la fine dell’estate. Rappresenta quell’ora di vero relax e isolamento del mondo che mi serviva da una vita.


In cosa consiste “Animal Crossing: New Horizons“?

Semplice: decidi di andare a vivere su un’isola deserta, insieme a poche altre persone, compreso Tom Nook, colui a cui devi sempre più soldi, e i piccoli Mirco e Marco.

Nonostante il posto sia estremamente isolato, puoi fare molte cose: abbellire l’isola, raccogliere oggetti e venderli per guadagnare soldi (qui, la valuta è chiamata “stelline”), da usare poi per acquistare vestiti, materiali, decorazioni per la casa, ma soprattutto per ingradire la tua dimora; cominci con una tenda e un sacco a pelo, ma poi potrai ottenere una vera e propria casa, ovviamente pagando.

Per fortuna Tom Nook, il buon procione che ti ha fatto venire sull’isola, è ok estremamente capitalista e avido, ma anche generoso e paziente, quindi ti lascia pagare a rate e in tempi elastici, quando hai abbastanza soldi. Sinceramente, sono sempre uno che paga con calma e regolarmente, non ho idea se si possa arrabbiare in caso di negligenza nei pagamenti. Sicuramente può farlo, ma preferisco non farlo arrabbiare, è un procione troppo tenero. Stesso discorso per i suoi figlioletti, due peluche che adotterei subito, se potessi.

Altre attività, consistono nel pescare, catturare insetti, dissotterrare fossili, visitare altre isole e partecipare a eventi stagionali.

Tutto molto tranquillo, ma anche divertente. È proprio questo a rendere “Animal Crossing” un gioco perfetto per passare del tempo senza stressarti: c’è la roba da fare, ma non bisogna dannarsi per fare tutto in poco tempo.

Infatti io, dopo un mese, ancora non mi sono stufato. Anzi, rispetto a moltissimi altri giocatori, sono molto indietro perché voglio gustarmi il gioco con calma (essendo un neofita, per me è tutto nuovo), ma non per questo non mi sto divertendo come un bambino.


A differenza di molti giochi, in cui si progredisce solo completando le missioni, in “Animal Crossing” bisogna aspettare che il tempo faccia il suo corso per sviluppare la tua isola. Certo, esiste il time travel, grazie allo spostamento continuo dell’orario, ma io la vedo come una mancanza di rispetto verso chi gioca onestamente, ma soprattutto verso gli sviluppatori del gioco (che ci hanno da poco “punito” con un abbassamento degli interessi mensili che possiamo ricevere da Nook se depositiamo soldi nello Stellomat).

Comunque, per sviluppare al meglio la tua isola serve pazienza.

Si comincia senza niente, solo una tenda per isolano e una tenda più grande per i Nook, dove puoi amministrare la tua abitazione, decidendo di ingrandirla e trasformarla in una vera casa, oppure vendere e comprare oggetti da Mirco e Marco.

In seguito, andando avanti con le missioni principali, si sbloccano tante cose belle: il museo di Blatero, dove puoi donare insetti, pesci, fossili (e ora anche opere d’arte NON CONTRAFFATTE) per rendere il posto più completo e istruttivo; un vero e proprio municipio che sostituisce la tenda dei Nook; un emporio tutto per Mirco e Marco; un negozio di vestiti; un’area di campeggio; una casa più stabile per voi.

Insomma, l’isola può diventare ancora più accogliente e civilizzata.

Di conseguenza, più persone verranno a visitarla e a viverci.

Rendere la vostra isola un vero paradiso o un’attrazione da 5 stelle non è facile mica per niente: bisogna costruire infrastrutture, rendere il posto più vivibile, portare più abitanti (o casualmente o invitarli dalle isole misteriose che visitate), organizzare al meglio decorazioni, dettagli. In pratica, serve veramente un sacco di tempo. Infatti, molti giocatori ci passano le ore, anche metà giornata.

Io no, sorry. Vuoi per l’università, vuoi perché odio soffermarmi solo per una cosa, mi connetto per massimo tre ore (dipende se ci sono eventi speciali), poi mi disconnetto e continuo il giorno dopo. Gli effetti sulla mia isola si vedono: non fa schifo perché la pulisco, ma non ha niente di spettacolare, quindi è ancora a 1 stella di valutazione. Non sono mai stato un talento, per quanto riguarda estetica e design.

Però ho dei vicini adorabili: l’orsa Orsola, il koala Nicola, il picchio wrestler Loreto e il polipetto Poldo che assomiglia sputato a un takoyaki (la polpetta di polpo in pastella che è squisita come poche altre cose al mondo). C’era anche lo struzzo Alessia, ma ha scelto di visitare il mondo, I miss U gurl. :,(

Ci sono anche coloro che badano alla nostra sopravvivenza e al nostro benessere, che Arceus li benedica: oltre a Tom Nook e i piccoli Mirco e Marco, abbiamo Ago(stina) e Filo(mena), due ricci che vendono abiti; il gufo Blatero, che si occupa del museo; Ivano e Castorino, che acquistano i nostri insetti e pesci a prezzi più alti di quegli infamini di Mirco e Marco; ora sono arrivati anche Sciuscià che vende scarpe, Brunella che vende rape, Sahara che vende tappeti e carte da parati, ma soprattutto il bradipo Florindo che ci aiuta a sviluppare il nostro pollice verde. Ultimo, ma non meno importante è il marrano Volpolo, che tenterà a ogni occasione di venderci opere d’arte contraffatte.

Ma non ho ancora menzionato LEI. La vera ragione per cui “Animal Crossing” è così amato in tutto il mondo.

Si tratta, probabilmente, di uno dei personaggi di fantasia più universalmente amati in assoluto. Per gli inglese si chiama Isabelle, per i giapponesi Shizue.

Per noi è semplicemente Fuffi.

No, non parlo del cane a tre teste di “Harry Potter”, anche se sempre un canide è, ma ha una sola testa, è femmina ed è adorabile come pochi.

La sua presenza non era scontata, visto che è stata confermata come ritorno solo nel Nintendo Direct di febbraio, un mese prima dell’uscita del gioco. Forse era molto impegnata nei tornei di “Super Smash Bros.” per potere essere disponibile da subito, che ne so.

Comunque, la dolce cagnolina aiuta Tom Nook a gestire l’isola, precisamente è lei che ci dà consigli per far alzare la valutazione dell’isola oppure cambiare cose come l’inno e la bandiera. In pratica, è la nostra consigliera, visto che si occupa anche di cacciare chi reputiamo non più necessario dall’isola. Posso avere anche io Fuffi al mio fianco? Mi serve una psicologa, in questo periodo molto difficile.

Tuttavia, il motivo principale per cui tutti noi amiamo Fuffi è perché è imbranata come noi: quando fa gli annunci di inizio giornata, dice cose a cui nessuno fregherebbe una mazza, tipo che si è vista in una sera un’intera serie, oppure che ha rovesciato qualcosa. Da schiantarsi dal ridere. Ma il suo apice della comicità lo raggiunge quando noi entriamo al municipio e la troviamo assorta a fare cose come odorare fiori (TE PIASIANO LI FIORI, EH FUFFI? KOSA CIERA IN QUEI FIORI, VISTO CHE LI ANNUSI CON TANTA PASSIONE, EH?), dormire sulla scrivania (porella, lavora 24 ore su 24), passare con convinzione lo spolverino sui mobili oppure fare attività fisica insieme a Tom Nook.

Fuffi una di noi.


Tornando al gioco in sé, un grande pregio di questo gioco è la sua assoluta accessibilità, visto che anche i neofiti possono giocarci senza problemi: è tutto maledettamente semplice. Per costruire oggetti, servono materiali che si possono trovare quasi tutti sulla nostra isola (altre cose, come certi frutti, solo in altre isole). Per raccogliere i materiali, servono strumenti che si possono costruire o anche comprare, ma bisogna stare attenti perché si rompono facilmente dopo tanto utilizzo.

Anche la cattura di pesci e insetti è semplice: basta catturarli con tempismo, prima che scappino (gli insetti sono più ossi duri, visto che alcuni saltellano via).

Per viaggiare nelle altre isole, bisogna avere l’amico salvato tra gli amici del profilo Switch oppure, per isole misteriose e disabitate, un biglietto da viaggio Nook acquistabile con le miglia, seconda valuta presente nel gioco, solo che a differenza delle stellina, si possono ottenere solo viaggiando dagli amici oppure completando missioni giornaliere e principali.

Le isole segrete sono un vero terno al lotto: ce ne sono di diversi tipi, alcune molto più rare delle altre. A me sono sempre capitate quelle standard con gli stessi frutti della mia isola, anche se una volta sono capitato su un’isola piena di rocce che nascondevano soldi. Mi sono sentito ricco per due secondi.


A rendere il gioco ancora più variegato è la sua componente stagionale: insetti e pesci cambiano, a seconda della stagione, così come gli eventi. Per esempio, c’è stata la (assillante) caccia alle uova per Pasqua e abbiamo preso parte al primo torneo di pesca, ora invece siamo in pieno “Periodo della natura”, in cui bisogna divertirsi a far sbocciare la parte più (letteralmente) naturale della vostra isola.


Parliamo della grafica, la parte più cute del gioco. I personaggi sono tutti dei teneri animali antropomorfizzati, tranne noi protagonisti, che siamo umani.

Il livello di personalizzazione è alto, visto che ci sono un sacco di vestiti disponibili, ma è possibile persino creare il proprio design attraverso una delle app all’interno del gioco. I più creativi hanno creato cose veramente stupende. Io non credo che creerò mai qualcosa, non sono capace. Sarei più bravo a fare da indossatore.

Il sonoro contribuisce a creare quell’atmosfera di serenità e relax che è raro trovare nei videogiochi di adesso. Le tracce sono così melodiose e coinvolgenti, che ti sembra di stare davvero su un’isola a goderti la vita. Ci sono momenti in cui mi fermo e chiudo gli occhi solo per gustarmi gli effetti sonori misti a traccia musicale del momento.

La parte più esilarante arriva quando senti i personaggi parlare: la loro lingua è assurda, parlano una specie di “italiano” (riconosco le parole) ma in versione distorta e velocizzata. Se non ci fossero i sottotitoli, non capirei una mazza. Il momento più assurdo è stato quando ho incontrato un gattino (o scoiattolo) viola: pensavo fosse una timida femminuccia, poi ha parlato con un tono greve: era un maschio coattissimo. A momenti cadevo dal letto, per quanto ridevo.

Menzione speciale per la sceneggiatura del gioco. I nomi dei personaggi solo molto buffi, per esempio c’è Fuffi (ho fatto la rima, LoL) oppure il gufo chiacchierone che si chiama Blatero. Che dire, poi, delle sorelle Ago(stina) e Filo(mena), bravissime sarte?

Il meglio viene con i giochi di parole che appaiono quando si cattura un pesce o un insetto. Lascio parlare le immagini.


“Animal Crossing: New Horizons” è uno di quei giochi che non si abbandona facilmente perché diverte, aiuta i giocatori a stare un attimo lontani dal caos dei videogiochi più dinamici, ma anche dall’atmosfera pesante del mondo attuale. Inoltre è la perfetta occasione per gli amanti dell’arte e dell’estetica per dare sfoggio del loro talento. Quanto vi invidio, maledetti.

Sinceramente, mi sono pentito subito di non aver dato una chance a questo gioco sin dai tempi del primo DS. Mi sarei divertito come ora. Però meglio tardi che mai.

Non vedo l’ora di fare i conti con il secondo mese che trascorrerò nella mia isola (non più deserta), spero di riuscire a combinare qualcosa, tipo sbloccare qualche altro negozio o aggiungere anche solo una stella alla mia isola. Sarà difficile, perché non mi applico, come gli studenti a scuola.

Però posso dire di essere riuscito a fare tante cose che nella vita reale non farei mai:

  • Vivere in un’isola semideserta, circondato dalla natura (ho già avuto le mie traumatiche esperienze, in tre anni di scout). Se davvero avessi voluto vivere alla Robinson Crusoe, sarei diventato famoso facendo lo scemo, così da farmi accettare per l’Isola dei Famosi. Due giorni di mare ok, tutta la vita solo se pagato e con i dovuti confort. Sono più un tipo da montagna, si mangia di più e ci si rilassa all’aria fresca, piuttosto che abbrustolendosi sotto il sole.
  • Prendere l’aereo ogni tre per due. Già è stato uno sforzo immane venire in Giappone per un anno oppure prendere aerei per spostarsi più velocemente e spendendo meno soldi tra le città nipponiche, volare in maniera quotidiana non fa proprio per un aerofobo come me.
  • Costruire mobili e decorazioni. Io sono veramente negato, per quanto mi piacerebbe sviluppare il fai-da-te che c’è in me (sempre se esiste).
  • Allevare una tartaruga azzannatrice. Non avrei lo spazio, nella vita reale, e soprattutto non ci terrei a venire mozzicato da una tartaruga che mi scambia per carne fresca. Eppure, la tartaruga che tengo in casa non è violenta. Forse mi sono fatto un’idea sbagliata delle azzannatrici. O forse aspetta il momento in cui abbasserò la guardia per azzannarmi alla giugulare.
  • Catturare insetti. Ci proverei soltanto se pagato, perché mi fanno schifo. Già vivere in campagna, a Kyoto, circondato da falene, blatte e mantidi religiose in agguato fuori dalla mia camera è stato un successo oltre le mie aspettative (non che a Sendai la situazione sembri più tranquilla)…soprattutto perché non ho osato toccarle. In questo gioco le devi catturare, ‘ste creature infernali, e le prendi pure in mano per mostrare fieramente a tutti la tua cattura. CHE. SCHIFO. La parte peggiore, in “Animal Crossing” è dover catturare non soli pulci d’acqua e farfalle enormi e non tanto belle, ma TARANTOLE. Nemmeno ragni, ma TARANTOLE. Penso di aver tremato, quando ne ho catturata una per la prima volta. Ste infami attaccano pure, poi. Se ti colpiscono, svieni e loro scappano vittoriose. Quindi anche qui c’è qualcosa di stressante. Non voglio immaginare quando sbarcherò sull’isola delle tarantole, oppure quando arriverà il periodo degli scorpioni oppure degli squali. Pregate per me.

Quindi, miei cari, se avete una Switch e necessitate di un gioco che vi rilassi come niente altro al mondo, buttatevi a capofitto su “Animal Crossing”. Penso sia un ottimo gioco anche per imparare cose sulla vita in generale.

E se vi va, venite a visitare l’isola Kitsune. Fa un po’ cagare, ma troverete cuore e tanti alberi. Non venite di notte, sennò vi beccate le tarantole e i fantasmi fifoni.

RedNerd Andrea

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