Prima di tornare in Italia, mi sono voluto concedere un ultimo gioco.
Quale modo migliore di concludere il mio shopping videoludico se non con un titolo di casa Nintendo, per la precisione l’unico loro gioco inedito uscito dopo “Animal Crossing: New Horizons”?
Per la verità, non avevo mai giocato a un titolo della serie “Paper Mario” perché me li sono persi per strada, quindi ne ho approfittato con il nuovo capitolo esclusivo per Nintendo Switch per recuperare un minimo le mie lacune.
“Paper Mario: The Origami King” è un titolo gradevole, ma il suo gameplay ha messo i miei nervi a durissima prova.
“Paper Mario: The Origami King” è stato sviluppato da Intelligent Systems e pubblicato dalla Nintendo. Si tratta del sesto titolo della serie “Paper Mario”, una serie che si può definire spin-off della saga principale.
Come di consueto, il protagonista dell’avventura è il nostro simpatico idraulico con i baffi, Mario. Il simpatico eroe è accompagnato da vari compagni, in primis la new entry nel franchise Olivia, una giovane origami, in grado di compiere numerosi attacchi magici.
Tra gli altri comprimari, troviamo l’immancabile Luigi, il fratellino di Mario; Bobby, una Bob-omba, il Professor Toad e persino personaggi che siamo soliti vedere in ruoli villain, come Bowser e Kamek.
Il vero cattivo è Re Olly, una creatura origami che si autoproclama sovrano del mondo di carta di Mario e ha trasformato quasi tutto in origami.
Nel corso del gioco, molti personaggi della saga videoludica appaiono, sia come nemici che come cameo simpatici. I Toad regnano sovrani, visto che sono infiniti e anche importanti per i fini del gioco.
Mario è sempre lo stesso: eroico, saltellante (manco tanto) e rosso.
Poi abbiamo Luigi, verde, imbranato, adorabile e utilissimo nel suo essere pasticcione. Poi mi chiedono perché lo preferisco al fratello da quando sono nato.
Le new entry sono molto interessanti e diverse tra loro.
Olivia è gentile, pura, un po’ logorroica e infantile, ma dolce. Il fratello Olly è tutto l’opposto: perfido, megalomane e pericoloso.
Quanto sono belle queste relazioni fraterne.
Gli altri personaggi sono molto simpatici, ognuno riesce a dare un’impronta colorata alla storia.
La trama ha inizio, come sempre, con Mario che si dirige dalla principessa Peach.
Come sempre, lo attende una brutta sorpresa: Peach è stata presa in ostaggio dal cattivone della storia. In questo caso, è stata trasformata da origami da Re Olly, che non contento, si porta via pure il castello per trasformarlo nella sua base numero uno.
Mario, affiancato da Olivia, Luigi e altri, dovrà viaggiare per il mondo di carta, sciogliere dei nastri colorati che imprigionano il castello di Peach, sconfiggere gli sgherri di Olly e liberare il mondo dalla minaccia origami. Una piccola faticata, come sempre.
La trama, in generale, è super lineare: bisogna sconfiggere il villain e liberare la fanciulla in pericolo. Tuttavia, ogni minuto avvengono degli imprevisti che rallentano e allungano l’avventura di Mario. Non ci si annoia mai.
Nonostante il mood del gioco sia quasi sempre allegro, con tante scene comiche e sceme, ci sono anche dei momenti abbastanza toccanti, nonostante siano prevedibili. Ci sono state un paio di scene in cui ho avuto la pelle d’oca.
La resa dei conti è tanto epica quanto struggente.
La storia coinvolgente, simpatica e imprevedibile riesce a rimediare le tante rotture di palle che costituiscono il gameplay di questo gioco.
La sceneggiatura è bella sostanziosa, piena di dialoghi simpatici e assurdi. A volte ho trovato i dialoghi esasperanti perché più lunghi del necessario, ma di certo hanno dato ancora più colore alla storia.
I personaggi sono gradevoli e interessanti e la storia si fa apprezzare dalla prima all’ultima scorribanda.
Il gameplay è stato l’elemento che mi ha spinto varie volte verso la tentazione di abbandonare il gioco a metà. Per fortuna sono una persona testarda.
Il gioco presenta elementi di vari generi, come l’avventura, il puzzle e il GDR.
Principalmente, bisogna muovere Mario all’interno di un vasto mondo, pieno di ambienti piccoli e grandi, tranquilli e pieni di pericoli.
Quando si viaggia, bisogna stare attenti a ogni singolo centimetro delle ambientazioni, in quanto ci sono tantissimi collezionabili da arraffare, così da poter raggiungere il 100% di completamento e magari qualche bonus a fine gioco. Inoltre, bisogna sviluppare nuovi poteri per Olivia, così da poter avanzare in alcuni angoli segreti.
In questo titolo, i collezionabili sono molti: di base, abbiamo le monete, importantissime per acquistare oggetti curativi e armi; dei coriandoli colorati; cuori e funghi, in grado di curarvi (in certi momenti sono delle vere mano sante) e le armi, da usare in battaglia.
Oltre a questi oggetti, ci sono dei bonus da collezione: i Toad, sparsi in tutto il mondo e trasformati in creature origami. Se vengono trovati e salvati, vi aiuteranno in battaglia, a un piccolo prezzo da pagare in monete. Anche loro, se usati con intelligenza, sono delle vere mano sante.
Poi, ci sono gli strappi strambi: sono dei punti in cui la carta è stata brutalmente strappata e bisogna ripararli, sennò diventano pericolosi. Se si cade dentro questi punti, si subiscono danni.
Riparare questi strappi è facile: basta buttarci sopra abbastanza coriandoli. Come ricompensa, vengono date monete e armi.
A seguire, ci sono i blocchi gialli “?”: al loro interno potete trovare di tutto.
Infine, ci sono i tesori, ovvero delle statuette che raffigurano personaggi, oggetti e luoghi. Si possono trovare nei blocchi “?”, nei forzieri o si possono ottenere come premio per aver eseguito certe azioni.
Ora si passa alla vera rogna, ovvero le battaglie contro i nemici.
Nei vari livelli, ci sono un sacco di creature origami che gironzolano e basta sfiorarle o attirare la loro attenzione per dare inizio alla battaglia.
Fregateli prima che loro freghino voi e colpiteli, o saltandogli sopra o picchiandoli con il martello, così da cominciare lo scontro con un danno iniziale a loro svantaggio.
Gli scontri sono dei veri puzzle.
Infatti, prima di cominciare il turno offensivo, bisogna allineare i nemici sul tabellone in modo da poterli colpire tutti in un turno. Se riesce ad allinearli tutti quanti, si ottiene anche un bonus di danno.
Più gruppi di nemici ci sono, più Mario potrà attaccare in ogni turno: per esempio, se ci sono 3 gruppi, Mario ha tre attacchi disponibili. Usateli bene per fare fuori più cattivi possibili, soprattutto se non siete riusciti ad allinearli tutti.
Il problema di questi puzzle risiede nella loro forma spesso troppo complessa: per allineare i nemici, bisogna muovere degli anelli laterali oppure degli spicchi verticali, il tutto in un certo lasso di tempo e in pochissime mosse (il massimo che si può avere è 3 mosse).
Si possono aggiungere secondi aggiuntivi e aiuti con monete e Toad, ma alcuni schemi sono veramente intricati e il tempo che scorre causa solo più stress.
Per una persona che soffre molto facilmente di ansia, questo sistema di gioco non mi ha fatto godere molto la parte picchiaduro, anzi ho sentito moltissimo lo stress.
Anche i boss vengono combattuti in maniera simile, costruendo sul tabellone un percorso che termina con un attacco finale. Ovviamente i boss faranno di tutti per complicarvi la vita, quindi ancora più stress, yeeeee. I round contro questi nemici più tosti, per fortuna, sono molto più creativi di quelli contro i nemici comuni, che a lungo andare diventano terribilmente monotoni.
In alcune parti, ci sono anche dei compagni aggiuntivi, oppure occasioni per Olivia di sprigionare i suoi poteri, quindi più danni per i nemici.
Come nei GDR, più si va avanti nel gioco e più i nemici diventano coriacei. Per fortuna, anche le armi diventano più potenti e si possono trovare strumenti in grado di aumentare la salute di Mario.
Stranamente, però, non c’è il sistema di livellaggio tipico di un gioco di ruolo: Mario non sale di livello e non ci sono parametri da potenziare con i punti abilità.
Un po’ un peccato, ho percepito chiaramente un’occasione sprecata. Se avessero fatto come negli spin-off di Mario e Luigi insieme, sarebbe stato più divertente.
Nonostante il gameplay irritante più delle ortiche, l’elemento grafico del gioco è molto bello. Il gioco tra carta piatta e originami funziona e dà al gioco un’impronta più tridimensionale.
Le ambientazioni sono molto colorate e belle. Nonostante il comparto tecnico non sia super avanzato, il risultato è veramente piacevole.
I nemici sono omaggi al mondo di Mario, mentre i boss sono originali, letteralmente: li ho trovati geniali.
Colonna sonora sul pezzo, molto azzeccata in ogni scena.
Non ci sono dialoghi parlati, a parte questo verso. Io sarei molto curioso di giocare a un videogame di Super Mario con il doppiaggio, la troverei una piacevole boccata d’aria fresca.
“Paper Mario” è uno dei titoli annunciati a tradimento dalla Nintendo, durante questo anno danneggiato dal Co-vid e, nonostante i suoi difetti (*coff coff* gameplay de sta ceppa), è in grado di regalare delle ore di spensieratezza e colore ai giocatori che si aspettavano molti più contenuti videoludici dalla casa nipponica.
Mi dispiace per alcuni spunti non colti, sennò il titolo sarebbe stato ancora più godurioso.
Se ci saranno le occasioni, recupererò i titoli precedenti della saga di “Paper Mario” perché graficamente sono un vero amore.