Dopo una serie di acquisti mirati, sono tornato a comprare giochi a intuito, sperando di azzeccarci comunque.
Avendo portato dei giochi da valutare, potevo scegliere due usati da pagare meno. Ho scelto il remake di “Pokémon Mystery Dungeon”, ma non sapevo che prendere come seconda scelta, quindi ho chiesto titoli in stile Tombola:
Ce l’avete Mario Kart? No.
Ce l’avete Luigi’s Mansion? No.
Ambo! Ah, no, non ho niente…
Vabbè, alla fine ho rinunciato e ho preso un gioco nuovo, pagando la differenza.
Mesi fa, tutti parlavano di “Astral Chain” e io, guardandomi qualche pezzo di gameplay, rimasi affascinato dalla grafica, nonostante non avessi capito come funzionasse il gioco.
Ho deciso di buttarmi con questo titolo.
Non mi sono fatto male, anzi…sono atterrato sul morbido. Mi è piaciuto molto, così tanto che l’ho finito (non al 100%) in meno di due settimane.
“Astral Chain” è videogioco che unisce action, avventura e hack and slash, sviluppato dalla PlatinumGames e uscito l’anno scorso, esclusivamente per la Nintendo Switch.
Il nome e il genere del/la protagonista lo potete scegliere voi; insieme a lui/lei, ci sarà il/la suo/a gemello/a, del genere opposto al personaggio scelto da voi e che si chiamerà per default Akira Howard.
Altri personaggi importanti fanno parte della task force Neuron, dove vengono arruolati i gemelli e includono il padre Max; l’agguerrita Alicia; il vicecapitano Jin; il comandante Yoseph; il medico Brenda; l’addetta alle comunicazioni Oliv e l’agente Marie. Importante (per le sottotrame simpatiche) anche la mascotte Lappy e l’hacker Max, così timido da nascondersi sempre un robottino.
Ovviamente non mancano i villain, capeggiati dalla misteriosa Jena e dalle Chimere, pericolose forme di vita extraterrestri provenienti dal Piano Astrale, un’altra dimensione.
Il protagonista ricopre questo titolo solo perché è l’unico personaggio che giochiamo, visto che non parla. Non spiccica proprio parola, sembra veramente invisibile. Anche i protagonisti di altri giochi, come i “Persona”, non parlano, ma in un modo o nell’altro si fanno valere.
Ha molto più carattere il/la gemello/a, visto che parla e ha molti momenti importanti. Mi piace questo fatto del twin del genere opposto, peccato che non puoi personalizzarlo come il protagonista. Stonicchia un po’, avere il main character rosso di capelli e la gemella con i capelli nero corvino.
Gli altri personaggi sono interessanti, soprattutto perché quasi tutti sono molto cazzuti. Il problema è che emergono pochissimo, hanno il loro ruolo quando serve, ma ci sono veramente pochissimi momenti utili per conoscerli meglio. Penso che gli sceneggiatori non si siano applicati abbastanza, avrei voluto vedere più sviluppo in alcuni legami tra determinati personaggi.
Anche la villain principale ha molta carne al fuoco, ma molti punti vengono lasciati interrogativi.
La storia è deliziosamente intinta in una salsa distopica.
Siamo nel 2078 e l’umanità è sull’orlo dell’estinzione. Ora esiste quasi solo una grande città, chiamata l’Arca, in cui si è rifugiato l’ultimo baluardo della popolazione umana. Purtroppo non c’è mai pace, in quanto la città è sotto perenne assedio da parte delle Chimere. Per fortuna c’è la Task Force Neuron, che utilizza delle Chimere soggiogate al loro controllo tramite una catena psichica (sia in senso di “legame” che in senso letterale, sono uniti proprio da una catena): questo tipo “buono” di Chimere è chiamato Legion.
Nonostante la Task Force sia forte, contiene pochissimi membri (5, con i gemelli), in quanto è difficile riuscire a stabilire un legame tra umano e Chimera.
Guideremo, quindi, il protagonista e i suoi compagni nella lotta, sempre più disperata, contro le Chimere e chi le usa per distruggere il governo dell’Arca.
A un certo punto, come in ogni action che si rispetti, la situazione comincia a precipitare, sempre per colpa dei soliti tradimenti. Qualcuno gioca sporco e ci rimette, come sempre, la popolazione innocente. Riuscirà il protagonista a fermare tutto?
I colpi di scena sono abbastanza prevedibili, ma la storia riesce a essere avvincente fino alla fine, nonostante ci sia sempre paura di una tragedia.
Il mistero principale, ovviamente, consiste nel capire perché le Chimere si stanno accanendo sulla popolazione umana e chi si nasconde dietro tutto.
Il finale è un crescendo angosciante e alla fine non l’ho proprio capito.
Di base l’atmosfera è piena di tensione e dramma. Per fortuna, alcuni siparietti con i compagni di squadra e alcune missioni secondarie portano una ventata di leggerezza, a tratti pure surreale.
La sceneggiatura ha osato poco. Ho visto molti spunti venire realizzati solo a metà.
Il protagonista muto è l’errore più grave.
La storia è interessante e abbastanza semplice.
Il gameplay è più strategico di quanto io pensi, ma sono un giocatore che adora premere tasti a raffica, negli hack and slash, quindi ho vissuto questo gioco in modo molto umile.
Di base, il gioco consiste nello sconfiggere le Chimere e completare le missioni assegnate. Ci sono anche missioni secondarie che prevedono la distruzione di ulteriori piani astrali e missioni di soccorso per gli abitanti della città. Più missioni vengono completate in un capitolo, più punti si ottengono e più verrete ricompensati, tra oggetti, denaro e codici genetici.
Oltre alle missioni, durante le esplorazioni delle varie zone bisogna fare attenzione a molti collezionabili: forzieri con oggetti, materia cremisi da bonificare, gatti da adottare e WC da provare.
Sì, anche i bagni sono importanti per il completamento del gioco. Molto realistico, se ci pensate: tra un massacro di Chimere e un altro, può scappare la pipì.
Passiamo al combattimento.
Il protagonista può utilizzare tre armi: manganello (velocità standard), pistola (attacchi a distanza) e gladio (attacchi lenti e pesanti).
Anche il Legion può attaccare. In totale, con l’avanzare del gioco, possiamo usare 5 tipi di Legion, ognuno con attacchi diversi sia nel combattimento che nell’esplorazione.
Durante il combattimento, è possibile attaccare il nemico sia con il protagonista che con il Legion; in alcune occasioni, premendo il giusto pulsante nella giusta occasione, si possono fare attacchi concatenati.
L’esperienza di gioco, tra missioni e combattimenti, è molto coinvolgente. Mi sono trovato a finire due-tre capitoli al giorno, per quanto mi divertivo.
C’è un notevole elemento di personalizzazione, almeno per quanto riguarda il Legion. Ognuno dei 5 alleati si può rafforzare attraverso una griglia di potenziamenti, sbloccabili attraverso codici genetici e materiali; inoltre, è possibile equipaggiarli con delle abilità di vario tipo. Infine, è possibile cambiare i loro colori. Io, per esempio, ho messo la combinazione verde+viola, che ricorda molto Evangelion.
Per quanto riguarda la personalizzazione del personaggio…meh.
C’è poco e niente. Ci sono poche acconciature, i colori non sono il massimo e non è possibile modificare volto, fisico, NON SI PUò NEMMENO AGGIUNGERE LA BARBA.
I capi di abbigliamento alternativi sono veramente pochi.
Mi aspettavo di più, da un gioco così ben strutturato.
La grafica è bellissima.
Mi piacciono molto come sono fatti i personaggi e le poche ambientazioni presenti. Anche i piani astrali sono fighi.
Ecco perché mi rode, al pensiero che la personalizzazione del protagonista sia scarsa.
Il taglio registico delle cutscene è stupendo, sembra di vedere un vero film in computer grafica.
La colonna sonora è fatta bene, mi piacciono molto le musiche che diventano più ritmate quando si entra in un combattimento.
“Astral Chain” ha le sue piccole pecche, come un protagonista muto e la personalizzazione imbarazzante, ma dal punto di vista di giocabilità è veramente un titolone. Ogni volta che pensi di giocare per solo una mezz’ora finisci per fare i chiusoni di ore. A rendere la situazione più problematica è la sua ottima rigiocabilità: puoi rifare ogni capitolo per raccogliere tutti i collezionabili e ci sta pure un post-game abbastanza difficile.
Sono sempre contento, quando compro senza previsioni un bel gioco.