Di solito, Febbraio, in Italia, è un mese speciale: per la durata di un’intera settimana, almeno il 70% della popolazione annulla tutti gli impegni fino al lunedì successivo, invita amici a casa, cucina prelibatezze, compra cibo spazzatura e fa nottata per gustarsi e commentare un evento musicale che è ormai diventato il simbolo della televisione italiana.
Sto parlando del Festival di Sanremo, una kermesse dove un gruppo di cantanti/band si esibisce per promuovere musica inedita e vincere dei premi molto prestigiosi. Sanremo si può definire la cerimonia degli Oscar versione musica italiana. Il luogo in cui avviene questo evento nazionale è il Teatro Ariston (che io da piccolo, sicuramente, pronunciavo “ARISTA”)
Durante questa magica settimana, il turismo di Sanremo, città situata nella regione della Liguria, guadagna tantissimo grazie all’influsso dei turisti e dell’entourage di cantanti in gara e ospiti internazionali.
Il Festival si conclude di sabato e la domenica è interamente dedicata alla reunion dei cantanti a Domenica In, dove in questi ultimi anni si intrattengono a fare quattro chiacchiere in totale simpatia (e anche con qualche polemica) con la meravigliosa ssssssia Mara Venier.
Questa routine era solita verificarsi fino all’anno scorso.
Quest’anno, la situazione è stata decisamente diversa.
La kermesse ha avuto luogo a Marzo, non a Febbraio, a causa della situazione Covid-19. Anzi che il Festival c’è stato comunque, il rischio che venisse annullato era davvero alto.
Inoltre, nessuno che non fosse collegato al Festival si è potuto avvicinare, giustamente.
Le misure prese per evitare l’invasione del virus hanno funzionato abbastanza bene…a parte buona parte del corpo di ballo e un collaboratore di Irama, scopertosi positivo, che ha quasi causato l’esclusione del cantante dalla gara. Non riesco a non immaginare come si sia potuto sentire Irama: aveva una canzone davvero bella e non si è potuto mai esibire dal vivo (hanno trasmesso ogni serata il video della sua ultima prova al teatro Ariston).
È stato decisamente un evento particolare. Per fortuna, i social hanno reso la settimana più divertente e trash, anche se la tossicità è stata comunque presente, come in ogni altro programma TV seguito da un numeroso pubblico (vero, GFVIP?).
Sono ormai anni che seguo il Festival. Penso che la mia prima edizione seguita con più interesse è stata quella vinta da Simone Cristicchi con “Ti regalerò una rosa” (ovviamente, non ha vinto l’artista per cui tifavo di più…come sempre, del resto).
Seguire il Festival, quest’anno, è stato un evento molto più particolare per me inteso singolo, visto che l’anno scorso non ho potuto seguirlo.
Nel febbraio del 2020, ero ancora in Giappone, in quanto vincitore di una borsa di studio della mia università che mi ha permesso di studiare all’estero da settembre 2019 ad agosto 2020.
In realtà, una settimana dopo il Festival tornai a Roma per le vacanze. Avrei voluto tornare prima, ma dovevo ancora finire le lezioni del primo semestre e volevo concedermi un minimo di vacanze locali, prima di cedere alla nostalgia per l’Italia. E così, cercai di seguire gli eventi giorno per giorno, anche se con molta meno attenzione di come avrei fatto a Roma, tra esami finali e voglia di socializzare e cazzeggiare per Sendai, la piacevole città giapponese che mi ha ospitato per tutto l’anno di studio (sì, lo stato di pandemia, all’epoca, non esisteva ancora).
C’era, però, un “piccolo” problema.
Il fuso orario.
Tra il Giappone e l’Italia corre una differenza di 8 ore, a febbraio. Per esempio, se a Roma sono le 8 di mattina, a Sendai sono già le 16, quindi in Giappone si è più avanti.
Il Festival di Sanremo comincia alle 20.30, quindi non sarei mai riuscito a seguirlo su Internet (se fosse stato possibile in maniera normale), visto che alle 4.30 stavo ancora dormendo e non avevo la minima intenzione di passare un’intera settimana senza chiudere gli occhi.
Il vero divertimento avveniva quando mi svegliavo, tra le 8 e le 9. In Italia, il Festival non era ancora finito, sebbene fosse l’una di notte. Quindi, potevo gustarmi in diretta le ultime fasi della serata, nonostante fossi ancora intontito dal beato sonno tristemente interrotto.
E qui arriva il vero divertimento.
Il sabato mattina, mi sono svegliato proprio nel bel mezzo del Bugo-gate, quando Bugo abbandonò il palco dell’Ariston, portando alla squalifica sua e del suo compagno di esibizione, Morgan.
Immaginatevi me, appena sveglio e incuriosito dagli sviluppi del Festival, che si aspetta di leggere sui social le solite critiche comiche su outfit e esibizione canora di ogni singolo artista…e invece trova la TL di Twitter e la Home di Facebook piene di gente disperata, in preda a risate isteriche e momenti di pura estasi, il tutto perché hanno semplicemente visto in diretta una scena di puro trash surreale.
Come biasimarli? Anch’io sarei caduto dalla sedia per lo shock.
E così, mentre tutti urlavano CHE SUCCEDE? DOV’È BUGO? CHI SI È SENTITO MALE?, io mi chiedevo, seduto sul pavimento della mia camera del dormitorio…”Aspè, chi cazzarola è Bugo?”.
Per fortuna, non ero l’unico italiano a Sendai, quindi ho potuto commentare gli eventi, mentre in Italia smaltivano, dormendo, una serata entrata nella storia della cultura pop italiana.
Il giorno dopo, mi svegliai quando c’era il televoto finale tra i tre del podio.
Mi godei dal vivo la furia dei social per lo spoiler del vincitore da parte di SkyTg24, tra l’altro con il televoto ancora in corso. Che cinema, ragazzi.
Ovviamente, anche l’anno scorso non vinse chi tifavo di più. Lo ammetto, tifai per mera simpatia, le canzoni non le avevo ancora ascoltate.
L’ascolto dei brani lo recuperai la settimana dopo, mentre mi dirigevo a Tokyo per prendere l’aereo per Roma. Visto che mi aspettavano sette ore di autobus notturno, avevo tutto il tempo che volevo.
Cuffie alle orecchie, mi emozionai per tutto il monologo di Rula Jebreal, piansi per la bellezza del brano di Tosca, mi gasai come un coatto con “Andromeda” di Elodie (per me, la vincitrice morale a livello di show e atmosfera degna dell’Eurovision), mi sentii a casa con le citazioni nerd dei Pinguini Tattici Nucleari e risi per il trash genuino portato in mondovisione da Elettra Lamborghini, sia con il suo brano che con il duetto con Myss Keta (un guilty pleasure che ogni tanto mi ascolto su YouTube…e non me ne vergogno). Già che c’ero, recuperai anche “Rapide” di Mahmood (l’unico vincitore che azzeccai in tutti questi anni…ed era anche il meno probabile).
Si concluse così la mia prima esperienza “sanremese” all’estero. Particolare e divertente, ma triste. Quanto avrei dato per commentare il Bugo-gate, a casa con i miei amici di quartiere.
Me lo dico da solo: LE BRUTTE INTENZIONI, LA MALEDUCAZIONE
Quest’anno, sono tornato quasi alla normalità, visto che sono di nuovo in Italia. (continua nella pagina seguente)
Extraliscio e Davide Toffolo. Non pensavo fossi un “sanremese” anche te! Buono a sapersi 🙂
Alla fine, finisco sempre per vederlo, quindi lo sono xD Carini pure gli Extraliscio, il loro duetto mi è piaciuto tantissimo!
Oggi WordPress fa le bazze, ci ho messo dieci anni a mettere “mi piace” mah…
Non sono mai stato uno spettatore fisso di San Remo, mi recuperavo giusto qualche brano che mi incuriosiva. Tuttavia, quando ho scoperto della vittora dei Maneskin sono stato felice. Ammetto di non essere loro fan ma per una questione totalmente legata al mio gusto personale, però sono bravi. Tra l’altro anche giovanissimi quindi chissà che con il tempo non possa ricredermi.
Mi sono anche guardato qualche intervista e, da come parlano sono molto maturi. Non sono degli sprovveduti.
Sono completamente d’accordo con te! Anche io non sono un grande fan dei Maneskin (più per una mia reazione ad artisti iperspammati dai fan, infatti per un periodo non ho sopportato la loro canzone “Torna a casa”), ma sono oggettivamente bravi e hanno tanto da dare. Anche come persone mi piacciono, li vedo pure io molto maturi.