Gennaio è sempre un mese abbastanza tosto: è appena iniziato l’anno nuovo, tutti hanno ansia dei possibili cambiamenti nella loro vita, finiscono le vacanze di Natale, si torna a studiare e a lavorare. Molte rogne.
Per noi studenti, ovviamente non possono mancare gli esami di fine semestre, sempre rigorosamente tutti a pochi giorni di distanza tra loro. Poi ti chiedono “Perché se così pensieroso e teso?”. Forse perché sto a rischio di una crisi di nervi?
Personalmente, in questo periodo divento una scheggia impazzita dallo scazzo facile. Un po’ come Antonella Elia in ogni reality in cui partecipa.
Quindi, ogni tanto ho bisogno di prendere una boccata d’aria fresca, prima di svenire esausto sui libri.
Grazie al cielo, esistono le domeniche. Sono i giorni perfetti per studiare, in realtà, ma sono ancora più perfetti per non pensare allo studio e farsi qualche gitarella fuori città.
La meta di una di queste domeniche pre-esami finali è stata Shiogama, una piccola città sul mare, caratterizzata da una storia triste e recente, ma anche da ottimo cibo e atmosfera meravigliosa.
Sono già pronto a tornarci.
Breve momento alla Wikipedia.
Shiogama è una città di poco più di 50.000 abitanti che si trova nella prefettura di Miyagi (come Sendai) e si affaccia sull’Oceano Pacifico.
Arrivati alla stazione, nonostante fossero ancora le 10 e qualcosa del mattino, ci siamo diretti subito verso una delle maggiori attrazioni della città: il mercato del pesce.
Essendo la prima volta per molti di noi a Shiogama, volevamo visitare con calma ogni stand e decidere quale pesce prendere da mangiare per pranzo.
Una delle qualità maggiori di questo mercato è la possibilità di prendere quello che vogliamo dagli stand sia per assaggiarlo che per mangiarlo direttamente lì, sul bancone oppure nella zona ristoro.
Ovviamente serve anche molta strategia, perché ogni stand ha prezzi differenti anche riguardo lo stesso tipo di pesce. Per esempio le uova di salmone (in giapponese ikura) si potevano trovare a 1000 yen (8,30€ circa) oppure a 900 (circa 7,50€), a seconda dello stand. Essendo un gruppo con del budget fisso per ogni persona, abbiamo cercato in tutti i modi di prendere più cibo possibile spendendo di meno, grazie anche all’aiuto di chi di noi conosceva già il mercato e, quindi, conosceva meglio quali fossero i banconi migliori.
Infatti, siamo anche riusciti a mangiare delle deliziose ostriche a soli 250 yen ciascuna (2€). Erano enormi e belle saporite.
Questa era la mia.
I venditori, poi, sono stati così gentili da darci la salsa di soia per condire ogni assaggino che volevamo mangiare.
Inutile dire che era tutto buono.
Alcuni banconi erano veramente sconvolgenti, presentavano del pesce davvero ottimo da vedere.
Mi sono trovato davanti un sacco di tentacoli di polpo enormi. Spero che animalisti e vegetariani non si offendano troppo per alcune delle foto che metterò, come questa.
Ma che razza di creature si possono pescare, qui in Giappone? Probabilmente pokémon come Tentacruel non sono proprio così tanto inventati.
Comunque, mi sono innamorato definitivamente del sashimi di polpo. Quando è buono, sa essere veramente divino. Mi sarei fatto una scorpacciata solo di quello.
Durante la nostra esplorazione strategica, abbiamo avuto modo di assaggiare altri tipi di sashimi, come quello di tonno (davvero squisito) oppure altre particolari leccornie, tipo le frattaglie.
Ovviamente, non c’erano solo banconi di pesce fresco, ma anche di altre produzioni gastronomiche sempre legate al pesce. A colpirmi di più sono stati i senbei, dei cracker di riso, in questo caso fatti insieme a un tipo di pesce. Per esempio, al mercato vendevano quelli al polpo oppure all’ostrica. Ovviamente ho preso quelli al polpo, senza pensarci due volte.
è stato proprio un POLPO di fulmine.
…la smetto.
Li ho finiti in pochi giorni, anche perché non erano tantissimi. La prossima volta ne faccio una vera e propria scorpacciata, con buona pace delle mie finanze.
Una cosa, però, mi ha dato fastidio. Ogni confezione di senbei contiene 3-4 buste di plastica, ognuna delle quali contiene 3 cracker, ognuno dei quali è chiuso in una sua bustina, sempre di plastica.
Non è la prima volta che noto questo spreco. Anche i biscotti vengono divisi, in ogni scatola, in varie buste.
Perché in Giappone viene usata così tanta plastica inutilmente? Non riesco a spiegarmelo.
Un’altra cosa che mi ha turbato un po’ è stata la presenza della carne di balena. Mi sono rifiutato persino di assaggiarla.
Dopo acuta analisi e graditi assaggi, siamo riusciti a prendere abbastanza roba per pranzare e ci siamo diretti all’area ristoro, occupando una bella tavolata.
Tra salmone, tonno, gamberi, polpo e uova di salmone, la roba da magnare era molto. Non contenti, abbiamo preso anche un set di riso e zuppa di miso a una cifra molto modica. Non contento, io mi sono pure preso un tempura di gambero e ho diviso con un’altra ragazza una porzione di tempura di ostriche.
Era tutto veramente buono. Non ero pieno fino al limite, ma mi sono sentito sazio e soddisfatto. Non avevo mai mangiato del pesce così buono da anni. Ammetto di essermi anche un pochino commosso, ovviamente quando ho assaggiato per bene il sashimi di polpo.
Estremamente soddisfatti dal pranzo, abbiamo deciso di digerire tutto facendo una bella passeggiata per il centro della città.
Shiogama, purtroppo, è stata gravemente danneggiata dal terremoto e dallo tsunami del 2011 e si vedono ancora gli effetti. L’atmosfera è molto cupa e molti negozi sono rimasti permanentemente chiusi. Su alcune pareti era addirittura stata messa una placca per indicare l’altezza dell’acqua che aveva inondato la città. L’altezza era notevole, mi ha fatto davvero impressione e paura.
Le persone locali, però, sono state davvero carine e gentili.
Siamo entrati in un negozio di giocattoli e ci siamo messi a dare un’occhiata a tutto. Tra carte, videogiochi, action figure e anche giocattoli abbastanza retro, c’era davvero tanta merce carina.
A un certo punto, mentre cercavo di non prendere una decina di pacchetti di carte pokémon, il proprietario ha cominciato a chiedermi da dove venissimo. Dopo una breve chiacchierata, ci chiede di farci una foto tutti insieme. Questo gesto mi ha fatto davvero piacere. L’essere riuscito anche a dialogare con lui da solo non ha fatto altro che aumentare la mia felicità e anche la mia autostima.
Subito dopo, abbiamo fatto una capatina in un negozio di gelato artigianale. Buono (ho preso fragola e yuzu, il cedro giapponese), ma troppo costoso, in confronto alle gelaterie e ai “menù” italiani.
Come ultima tappa, prima di tornare a casa, siamo andati a visitare un nuovo santuario, lo Shiogami Jinja.
Bellissimo da vedere, faticoso da visitare. Il motivo: le scale di ingresso.
Solo a vederle incutevano già timore, ma la scalinata vera e propria è stata ancora più tremenda. La prima rampa di scale era formata da gradini costruiti con un’inclinazione molto particolare, quindi la salita è stata ancora più tremenda del previsto.
Mi hanno fatto male le gambe fino a sera.
Il santuario, però, è valso la pena: molto bello, dall’atmosfera molto suggestiva.
Inoltre, essendo bene in altura, era possibile godere di una vista mozzafiato da certi punti. Per esempio da una discesa laterale era possibile ammirare anche i dintorni, come la città di Matsushima (che dicono sia molto bella, infatti non vedo l’ora di andarci).
Inoltre, abbiamo fatto la conoscenza di un ciliegio molto particolare: stava già fiorendo. Di solito i ciliegi fioriscono in primavera, quindi siamo rimasti molto sbalorditi.
Poi abbiamo scoperto l’arcano: si trattava di una varietà particolare di ciliegio, capace di fiorire due volte all’anno. Davvero interessante.
Purtroppo il viaggio a Shiogama è terminato, tutti dovevamo tornare a casa piuttosto presto perché molti di noi dovevano studiare per gli esami.
Prima di andare a prendere il treno per il ritorno, però, abbiamo notato un piccolo supermercato dentro la stazione, pieno di confezioni di sushi misto. Immaginando già la qualità del cibo, abbiamo preso la nostra cena (in effetti, mi ero reso conto di non aver comprato nulla da mangiare a casa). Io mi sono anche permesso di prendere una piccola aggiunta: una vaschetta di sashimi di polpo. Era ormai una fissazione, però costava pure poco (ed era super buono, ovviamente).
Peccato per le onnipresenti confezioni di plastica.
Shiogama ha una storia recente molto triste, ma è una città che cerca di offrire molto ai visitatori e ai suoi abitanti. Rispetto ad altre città, come Sendai, è molto umile e tranquilla, ma visitarla vale davvero la pena, anche perché probabilmente usano i soldi che guadagnano per il bene della comunità e della città. Meritano di ricostruire il loro piccolo mondo sull’oceano.
Sicuramente, ci tornerò almeno un’altra volta. Non riuscirei a stare troppo lontano dal sashimi di polpo, ma nemmeno dai cracker. Voglio provare gli altri sapori.