Immagino che tutti voi sappiate cosa sia un’escape room.
Si tratta di una nuova attrazione di intrattenimento in cui bisogna risolvere una serie di enigmi e ottenere la chiave per uscire dalla porta principale. Il fattore più interessante di questo gioco è che è totalmente immersivo e può presentare anche più stanze. Giocarci con gli amici risulta in un’esperienza estremamente divertente e anche molto stimolante per le proprie capacità intellettive.
Se si finisce per fare la stanza horror, probabilmente lo stimolo maggiore sarà quello per andare in bagno, soprattutto se si è facilmente paurosi.
Ironicamente, ancora non ho fatto un’escape room a tema horror. Dovrò rimediare al più presto.
Quest’attrazione è diventata, nel corso degli ultimi anni, sempre più popolare. Molte uscite tra amici finiscono sempre per deviare verso una di queste stanze misteriose. Decisamente un modo alternativo per arricchire una serata. Possiamo dire, quindi, che l’escape room è diventata un fenomeno culturale di fama internazionale.
Ogni fenomeno che si rispetti, si sa, viene trasformato in un soggetto cinematografico…soprattutto se si vuole girare un film dell’orrore. Prima la tavola ouija, poi i social network, poi Slender Man…non potevano non mancare le escape room.
Nel 2017 c’è stato un “boom” di film dedicati alle escape room, vista l’uscita di due film horror. Uno di essi vede anche la partecipazione di Skeet Ulrich di “Scream” e Sean Young di “Blade Runner”.
Poi, nel 2019 è uscito un terzo film, molto più mainstream, tanto che è uscito pure nei cinema italiani.
Quello che ho avuto modo di vedere io, durante una delle mie serate da convalescente a Sendai, non è né quello mainstream né quello con due ex celebri attori nel cast. Si tratta dell’altro film uscito nel 2017.
Quello più poraccio del trio. Per moltissimi motivi.
Dopo averlo visto, però, ho avuto ancora più voglia di fare una nuova escape room, ma dal vivo.
Trama: È il compleanno di Tyler e la sua fidanzata Christen decide di organizzare una serata molto alternativa per il suo amato e gli altri invitati alla festa: un’ora rinchiusi in un’escape room…
Diretto da Will Wernick, “Escape Room” è un film horror del 2017.
Il protagonista è il festeggiato della serata, Tyler (Evan Williams). Gli altri poveretti che diventeranno carne da macello sono la fidanzata Christen (Elizabeth Hower), la sorella di lui Tabby (Kelly Delson) e il fidanzato Conrad (John Ierardi), un’altra coppia che consiste in Natasha (Annabelle Stephenson) e Anderson (Dan J. Johnson) e infine Hadlee (Iris Avalee).
I ragazzi di questo film rappresentano alla perfezione i giovani moderni tutti chic che si godono palesemente la loro vita con ogni lusso possibile e che possiedono i lavori più raffinati della società. Peccato che questa ricchezza materiale venga affiancata dai loro caratteri orripilanti.
Nemmeno il protagonista Tyler sfugge a questo orridume caratteriale. Colui che dovrebbe essere il final boy puro, casto e gentile si rivela subito stronzo, so tutto io e poco fedele alla povera Christen, che si è talmente prodigata per il suo compleanno da spendere fior di soldi in una misteriosa escape room.
Se questo non è essere fantastiche fidanzate…che ingrato, Tyler.
Christen quindi è la santa del gruppo, forse la più carina.
Poi abbiamo la queen bitch del gruppo. Natasha. Bellissima, freddissima, stronzissima, levissima.
Nonostante il caratteraccio, è impossibile non staccarle gli occhi di dosso, anche perché è l’unica che sembra dare un vero spessore al suo personaggio, mentre gli altri, protagonisti inclusi, risultano insipidi per tutto il film.
Ora capisco perché i “cattivi” risultano quasi sempre i personaggi più interessanti, soprattutto negli horror.
Un difetto però ce l’ha, la bella Natasha e non mi riferisco al nome dell’attrice che fa subito pensare alla bambola posseduta. Mi riferisco al fatto che ogni 5 minuti flirta in maniera molto esplicita con Tyler, peraltro di fronte alla fidanzata di lui e al marito di lei.
Vabbè, nessuno è perfetto, si sa.
Torniamo agli altri personaggi. Anderson è il prototipo del marito intelligente ma sfigato e maltrattato. Lui, però, non è che cerchi di risultare più simpatico.
Gli altri due piccioncini, Tabby e Conrad, sono la tipica coppia ormonale: pensano solo al sesso e parlano per doppi sensi. Lei cercano di renderla più importante nella trama grazie al titolo di “sorella del protagonista”, ma non serve a nulla. Bionda scema è e bionda scema rimane.
Viva gli stereotipi.
E infine c’è Hadlee. La ragazza che è destinata a fornire da sola la maggior parte del contenuto trash del film (il resto se lo dividono Natasha e la coppia libidinosa). Meraviglia, direte voi…peccato che viene congedata 20 minuti dall’inizio del film.
Brutti cretini degli sceneggiatori. Avete tra le mani un personaggio che potrebbe rendere la storia più divertente e grottesca e la fate andare via nel più stupido dei modi (va a un’altra festa perché è single e non è stata considerata per l’escape room)?
MA ALLORA LO VOLETE VOI IL FLOP.
I personaggi, quindi, sono quasi tutti spiacevoli, insopportabili e stereotipati.
Cominciamo bene.
La storia ha molto potenziale, visto l’argomento principale. Il problema è che viene sviluppata malissimo dall’inizio alla fine.
Si comincia subito con una scena di morte. Interessante, non c’è che dire. Rende subito l’idea del pericolo che incontreranno i protagonisti. Peccato che, con la trama principale, non c’entra una mazza. Stesso discorso per la scena seguente, in cui si vede qualcuno guidare (senza vederne la faccia), mentre parla con un’altra vittima e la mette alla prova con vari enigmi, usando le regole di testa sua. Uno, bellissimo avere a che fare con dei cattivi così sleali, così tanto da voler menare a sangue chi ha scritto la sceneggiatura. Due, anche questa scena, alla fine, non ha senso, se collegata con la storia principale.
Già in questi 10-15 minuti si capisce che aria dovrebbe tirare.
Per fortuna, la scena seguente introduce i personaggi principali, tutti contenti di festeggiare il compleanno del simpaticissimo Tyler, anche se sono palesi le tensioni tra alcuni di loro (*coff coff* triangolo Natasha-Tyler-Christen *coff coff*). I ragazzi mangiano e bevono e spendono una fracca di soldi. Ma tanto sono giovani in che fanno lavori so cool, quindi è come se spendessero quello che paghiamo noi per un caffè.
Beata gioventù dei film horror.
A un certo punto, Christen rivela di aver prenotato un’escape room di un’ora tutta per loro.
Fighissimo, non c’è che dire. Solo che ha scelto un’azienda sconosciuta che ha mandato a lei un invito, così dal nulla. E lei si è pure fidata, spendendo la bellezza di 1000 dollari per partecipante.
Christen cara. Uno, dammi un po’ della tua fortuna perché se spendi così alla leggera una barca di soldi persino per una come Natasha che odi a morte, vuol dire che sei ricca a vita. Due, ti fidi della qualunque, strano che sei arrivata viva e vegeta fino al tempo del film.
I ragazzi, ovviamente, non si preoccupano minimamente, sono sì un po’ scettici, ma chissenefrega, ha pagato tutto quella polla lessa di Christen, quindi daje forte, party hard all’escape room.
E così, tutti tranne la povera single Hadlee (l’unica che poteva regalare sano trash insieme a Natasha), vanno all’escape room in una limousine, tanto per continuare a ribadire quanto siano ricchi. Una roba che ricorda molto Riccanza, solo che lì almeno c’è la simpatica Elettra Lamborghini, quindi sembra più genuinamente trash.
Arrivati nel luogo del gioco, vengono tutti bendati e nascosti a coppie, tranne Tyler, in una stanza chiusa a chiave. Christen, invece, finalmente paga pegno per fidarsi anche dei finti operatori dell’Enel che girano per i condomini: viene rinchiusa in una gabbia. Nuda. Gli altri ragazzi hanno un’ora di tempo per uscire dalle proprie stanze, risolvere enigmi per trovare la vera uscita e salvare la pelle della loro amica.
Tutto molto nella norma, solo che non ho capito perché lasciare la povera prigioniera completamente nuda. Ok che gli horror ormai ci sguazzano sopra, nel sesso e nelle nudità, ma qui è roba completamente gratuita e non necessaria.
I protagonisti, quindi, cominciano a fare quello per cui sono venuti: risolvere gli enigmi. Tutto sembra andare per il verso giusto, ma poi il film ricorda di essere horror e quindi i protagonisti cominciano a fare quello per cui sono veramente venuti: morire.
A 20-25 minuti prima della fine, finalmente si entra nel vivo, con uccisioni, trappole più letali e personaggi che perdono il senno e rivelano la loro vera personalità. Che belle, queste situazioni piene di angoscia e tensione alla Hunger Games.
Chi riuscirà a sopravvivere? Christen verrà liberata? Chi è la mente malata dietro il gioco mortale?
Alcune domande troveranno risposta, altre no.
Il finale, da un lato, è interessante, perché offre spunti di riflessione per quanto riguarda il rapporto tra Tyler e Christen, soprattutto perché la seconda comincia a diventare sospettata per la faccenda di aver prenotato un’escape room omicida. Da un lato, però, è deludente perché non da una spiegazione alla storia: non capiremo mai chi è l’ideatore di quella escape room e perché ha preso di mira Christen e gli altri. Anche l’ultima scena è poco chiara.
In sintesi, il film non riesce a trovare un suo percorso sin dalle scene iniziali. Un vero peccato, perché comunque gli enigmi e l’escape room sanno coinvolgere molto, ma queste scene vengono rovinate dalle azioni stupidissime dei protagonisti.
Le scene drammatiche sono molto cringe, quelle divertenti non fanno ridere. Gli enigmi risultano pure intriganti, ma vengono risolti in fretta, senza dare una spiegazione. Gli sceneggiatori avranno pensato che siamo tutti dei genietti so tutto io con la puzza sotto il naso come Tyler.
Anime belle e ingenue.
La sceneggiatura è tremenda, come la trama in sé.
Battute poco interessanti, anzi proprio stupide; la trama è un pastrocchio senza capo né coda; i personaggi sono estremamente stereotipati e per niente sviluppati, compresa Natasha, ma almeno lei offre dei momenti esilaranti, anche se a modo suo.
L’elemento horror c’è e sa essere anche abbastanza brutale, quando ci si mette, anche se non vengono raggiunti livelli splatter o comunque molto crudi. Fa il suo lavoro. Le uccisioni sono abbastanza banali, tranne che per una che mi ha sorpreso e anche un po’ inorridito. Le morti arrivano molto tardi, quindi vengono abbastanza rappresentate di fretta e sono troppo prevedibili, già si capiva chi sarebbe morto e in quale ordine. Forse solo alla fine ci sta un plot twist fatto bene.
Il killer è come se non esistesse. In pratica, il maniaco dietro le trappole mortali dell’escape room è una specie di Jigsaw, ama giocare con le vite delle persone usando trappole molto sadiche. Peccato che non si sa nulla di lui, nemmeno la sua vera identità e il perché agisca in quel modo. La sua “assenza” ha reso il mistero noioso e il film una perdita di tempo. Mai lasciare un vuoto del genere, in un film dell’orrore.
La scenografia, alla fine, non è male. L’attrazione principale è interessante, le varie stanze del gioco mortale hanno comunque il loro perché è anche gli enigmi sono comunque interessanti.
Colonna sonora poco interessante, anzi abbastanza inesistente.
“Escape Room” è chiaramente un film che non sa sfruttare il potenziale del suo soggetto, soprattutto in un’epoca in cui queste fantastiche attrazioni stanno diventando sempre più famose.
Io vorrei tanto tornare a fare un’escape room, che sia a tema innocuo o horror. Voglio solo dimenticare l’inutilità di questo film.
Chissà se a Sendai ce ne sono.
Cosa mi è piaciuto:
- Il soggetto del film.
- Il trash di Natasha.
Cosa non mi è piaciuto:
- Personaggi insulsi, antipatici e recitati meh.
- Cattivo inesistente.
- Trama sconclusionata.
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Blade Runner è un cult assoluto, ma per me il miglior film di Ridley Scott è The Counselor: l’hai visto?
Purtroppo ancora no, ma mi attira molto. Spero di recuperarlo presto!
Recupera anche questo, è un capolavoro: https://wwayne.wordpress.com/2019/08/18/un-grande-uomo/. Grazie per la risposta! 🙂