Mi ero fatto una promessa alquanto sciocca: avrei comprato al Day One “Pokemon Spada”, qui a Sendai. Il motivo? Ancora più sciocco: essendo il Giappone la madrepatria dei pokémon, prendere il gioco proprio lì avrebbe avuto un forte significato per un ragazzo cresciuto con i simpatici mostriciattoli di Satoshi Tajiri. Sì, a 25 anni so essere ancora ridicolosamente sentimentale…sebbene con le cose sbagliate.
15 novembre. Cade di venerdì, il giorno più brutto della settimana universitaria: devo svegliarmi alle 6.30 perché ho lezione alle 8.50 e ho bisogno di farmi una doccia con colazione molto intensa, così da sopravvivere alle fatiche del giorno. Arrivato all’università, si comincia con 3 ore filate di lingua giapponese, soffermandoci su letture di brani e scrittura più o meno creativa: scrivere su un certo argomento in un massimo di 400 caratteri non designa di certo grande libertà autoriale. Unica nota positiva: abbiamo letto un paio di racconti brevi del fantastico Haruki Murakami.
Per fortuna, alle 12 finisce la tortura e tutti si possono permettere un’ora di pausa. Ovviamente se magna.
Al termine della pausa pranzo, si riprendono le lezioni e alle 13, devo entrare in classe per un’ora e mezza filata di kanji (caratteri giapponesi). Tutto molto bello, ma io devo ancora digerire il pranzo. Si fa presto ad abbioccarsi sul banco. Il minimo segno di cedimento e finisci per ronfare sulla lezione del giorno. Una mia compagna di classe può testimoniare: si è addormentata proprio pochi minuti prima di dover leggere una frase esempio per un kanji. La prof, però, è stata magnanima: ha visto che si trovava tra le braccia di Morfeo e l’ha lasciata fare, senza riprenderla. Che bello avere degli insegnanti così umani…un po’ meno avere compagni di classe burloni che ci ridono sopra (tra cui il sottoscritto, poiché ride per la minima scemenza).
Per fortuna, ho l’abitudine di prendere del caffè subito prima di entrare in aula. L’abbiocco, però, non è facile da sconfiggere nemmeno con l’aiuto della caffeina. Conoscendo il modus operandi del karma, sono convinto che mi addormenterò proprio durante l’esame finale.
Finita anche questa lezione, finalmente potevo tornare a casa. Anzi, no…in teoria ho un compleanno nel tardo pomeriggio. Però, ho tempo per fare qualche bel giretto.
E così sono corso a Yodobashi Camera, la versione giapponese di MediaWorld…ma 100 volte meglio.
Per ottenere la vera completezza dell’anima, avrei dovuto acquistare il gioco al Pokemon Center di Sendai, ma lì non ti danno la tessera punti che ti permette di accumulare yen da usare per sconti negli acquisti futuri. Ergo, l’unico posto in cui potevo guadagnarci e non solo spendere era Yodobashi.
Sceso di corsa al secondo piano, ho provato subito una sequenza di emozioni:
- Felicità, perché finalmente “Pokemon Spada e Scudo” erano ufficialmente sugli scaffali. Inoltre, era uscito anche il nuovo numero di Famitsu (la rivisita numero uno giapponese sui videogiochi) e aveva proprio Zacian e Zamazenta in copertina.
- Ansia, perché molti erano già in fila alla cassa.
- Terrore, perché c’erano solo due custodie di “Spada”, mentre numerose per “Scudo”.
Accanto alle due custodie di “Spada” c’era un bigliettino. Ho sudato freddo: che ci fosse scritto che quelle due scatole erano solo per effetto estetico, mentre il gioco vero e proprio di “Spada” era già terminato? Per fortuna, le mie paure si sono rivelate infondate. C’era semplicemente scritto che il gioco si poteva ritirare direttamente alle casse, anche nel caso di clienti che non avevano prenotato.
Raggiante peggio del sole in piena estate, mi sono diretto alla cassa, speranzoso che la fila venisse diluita in fretta. Mi aspettavo molta più gente, essendo pomeriggio, ma non avevo mai visto una ressa abbastanza numerosa a Yodobashi, in questi due mesi.
Per fortuna, siamo in Giappone, quindi la fila è stata smaltita in quattro e quattr’otto e io mi sono ritrovato di fronte al commesso.
“Buonasera!”
“Buonasera. Pokemon Spada, per favore.”
Andrea ha ottenuto lo strumento chiave Copia di Pokémon Spada.
Dopo aver pagato, Andrea ripone lo strumento nello zaino.
Piccolo appunto che mi ha lasciato leggermente sbigottito: non c’erano gadget degni di nota, a parte i soliti peluche, a cui si sono aggiunti, ovviamente, quelli dei tre starter di Galar.
Meglio così, alla fine. Non ho speso soldi extra. Spero, però, di trovare qualcosina di stuzzicante al Pokémon Center.
Da gamer disgraziato, ero tentato di provare subito il gioco, ma per fortuna dovevo correre al punto di incontro con altri ragazzi e festeggiare il compleanno di un nostro compagno di università.
Ho recuperato dopo la festa, ovviamente. Il tempo di scalare la strada per il mio dormitorio e avrei acceso la Switch. Peccato che avevo dormito pochissimo, la notte prima, quindi alla fine avrò giocato sì e no per un’ora.
Un’ora molto fruttuosa, però.
Già ero abbastanza emozionato mentre mettevo la cartuccia del gioco. Si tratta pur sempre del primo gioco originale dei Pokémon per Switch.
Il tempo di impostare la lingua del gioco, il nome e l’aspetto del mio personaggio e vengo già catapultato in un grande stadio di Galar.
Mi sembrava di assistere all’inizio di una partita di calcio.
Entra subito in scena il Presidente Rose, sicuramente uno dei personaggi chiave di questo gioco. È lui ad introdurci i pokémon, eppure non sarà lui a farci da mentore/professore. Chi sarà mai, il successore di Kukui?
Tempo al tempo.
Finite le introduzioni, vediamo subito scendere in campo il campione di Galar, Dendel!
Sinceramente non mi aspettavo di conoscere l’avversario finale già nei primi minuti di gioco. Che ci siano dei colpi di scena futuri?
Tanto per rendere questo tipo più epico, gli fanno indossare un mantello (pieno di loghi degli sponsor, cosa un filino cringe) e gli assegnano come partner il sempreverde ma mitico Charizard.
Arriva un avversario forte che vuole spodestare Dandel dal trono e lo schermo diventa nero.
Ora tocca a me. Sembra che ci sia un evento molto importante, perché il mio rivale, Hop, irrompe in casa e mi dice di sbrigarmi.
Questo ragazzo è il tipico rivale iperattivo e assillante. Un vero accollo. Inoltre è niente popò di meno che il fratellino del campione, quindi smania per diventare il suo successore. Non perde mai tempo per dire di essere “la nuova leggenda”.
Fly down, zì. Non sei te il protagonista.
Il ragazzo, tra l’altro, viaggia sempre con Wooloo, un pokémon pecorella. Praticamente, la versione nuova di Mareep, ma tutta bianca e con le treccine alla Pippi Calzelunghe.
Esco di casa e cosa vedo? Un bellissimo paesino di campagna in stile Inghilterra ‘800, salvo ovviamente per la tecnologia moderna. Bellissimo. Galar è una regione davvero originale e accogliente, anche se è ancora troppo presto per giudicare.
Un altro elemento che noto è il fatto che ci siano Wooloo ovunque. Mi sembra logico, visto che siamo in aperta campagna. Vista la sua onnipresenza, che Wooloo sia il Pikachu dell’ottava generazione? Di certo, mi sta più simpatico del topo giallo.
Il nostro primo compito è correre alla stazione ferroviaria più vicina (è tutto così British, cavolo) perché bisogna accogliere Dendel in persona! A quanto pare, il ragazzone figo tende a stare spesso fuori casa, visto il suo “lavoro”.
Prima di incamminarci, notiamo un Wooloo che tenta disperatamente di aprire il cancello verso la foresta proibita del paese a testate. Queste pecore sembrano tanto carine di faccia, ma penso che possano rivelarsi violente in maniera inaspettata. Dopo questo gioco, il prossimo essere che verrà utilizzato per il meme “Ma allora vuoi le botte” sarà di certo un Wooloo.
E così, io e Hop ci facciamo largo tra i fan e salutiamo il Campione. Scopro due nuove cose sui personaggi intorno a me:
- Dendel è “leggermente” egocentrico. Se la tira. Non vedo l’ora di fargli il sedere a strisce, ma mi sta comunque simpatico.
- Lui e Hop fanno a gara a chi è più competitivo. Ogni scusa è buona per fare una sfida. Ma un minuto di relax, no? La campagna è così noiosa che dovete per forza assillare il prossimo?
I filmati, comunque, sono carini. I personaggi parlano ma in muto, visto che non ci sta il doppiaggio. E sorpresa delle sorprese…IL PROTAGONISTA È ESPRESSIVO! Finalmente non dobbiamo più controllare un pesce lesso, ma un vero essere umano provvisto di emozioni ed espressioni facciali. Sono commosso.
Arrivati a casa dei fratelli, Dendel ci rende protagonisti di un atto magnanimo: vuole donarci dei Pokémon.
Ed eccoci al momento fatidico: la scelta dello starter. Anche questa volta, un’azione chiave viene introdotta da un personaggio diverso dal solito professore. Mi piace questa voglia di distaccarsi dal canone del gioco.
Vengono presentati la scimmia Grookey, il coniglietto Scorbunny e il girino Sobble. Nomi comici a parte…il video di introduzione è stato molto simpatico, visto che finalmente non li mettono fermi come statuine, ma li fanno muovere e giocare tra loro prima della scelta. È un po’ triste, doverli dividere.
Io agisco rispettando le mie considerazioni fatte nel Direct di presentazione del gioco: avendolo trovato più interessante degli altri due, scelgo Scorbunny, l’adorabile creaturina che saltella 24 ore su 24. Della serie “C’hai il pepe in culo”.
Questo segna la terza volta che scelgo uno starter di fuoco, dopo Torchic in “Zaffiro” e Fennekin in “X”.
Per quanto riguarda gli altri due tipi, ho scelto quattro volte l’acqua (Squirtle in “Rossofuoco”, Piplup in “Diamante”, Oshawott in “Bianco” e Popplio in “Luna”), mentre quello erba solo due volte (Chikorita in “Oro” e Rowlet in “Ultraluna”).
Grookey, il tipo debole contro il mio fuoco, viene scelto da Hop. Il mio rivale vuole decisamente perdere.
Sobble, per fortuna, non rimane solo perché viene preso da Dendel. Mi sa che lo rivedrò quando sarà diventato una branda e probabilmente mi polverizzerà.
Hop non perde occasione per rompermi le scatole e mi sfida a una lotta pokémon.
Finalmente ho la possibilità di chiudere la bocca a questo accollo.
Tra l’altro, mi sfida con due pokémon (Grookey e Wooloo), mentre io ne ho solamente uno. Sbaglio o vuoi giocare sporco, rivale? Motivo in più per massacrarti.
Prima sconfiggo Wooloo, poi infliggo mosse superefficaci a Grookey.
Ecco come reagisce Hop:
Beh, sai com’è, Bro…sono più di 10 anni che gioco ai Pokémon. So a memoria la tabellina dei tipi efficaci e non…anche se ho ancora difficoltà a ricordare quelli più forti/deboli sul Folletto.
Com’è giusta che sia, la lealtà trionfa sulla paraculaggine e Hop viene sconfitto. La sua autostima dovrebbe subire qualche smacco, ma lui continua imperterrito a pensare di essere destinato a diventare il prossimo Campione.
L’importante è crederci.
Il resto della giornata trascorre bene, tra allegria e barbecue.
Il giorno successivo comincia con i primi allenamenti e una scoperta scioccante: avete presente il Wooloo violento del giorno prima? Ha sfondato il cancello e si è addentrato nella foresta proibita. Hop mi spinge a correre a salvarlo, senza avvisare nessun altro.
Se l’accesso alla foresta è proibito, ci sarà un motivo, scemo di un rivale. Perché non chiamare tuo fratello?
E così ci addentriamo fino in fondo per salvare la pecorella smarrita, ma succede qualcosa di strano: la nebbia diventa fitta e appare un pokémon lupo sconosciuto.
Per quanto io voglia scappare perché percepisco una potenza over 9000, sono costretto a combattere. Ovviamente è tutto inutile: il lupo non rimane nemmeno intaccato dai miei colpi e a ogni turno si infittisce ancora di più la nebbia. Alla fine, svengo.
Al mio risveglio, una buona e una cattiva notizia. La buona è che il Wooloo disgraziato è sano e salvo. La cattiva è che Dendel ci ha trovati e ci ha fatto una piccola ramanzina.
Vabbe, tutto è bene quel che finisce bene. I misteri, però, sono tanti…a cominciare dall’identità di quel misterioso pokémon.
Sia io che Hop, fortemente motivati da questo ultimo scontro, siamo ancora più decisi ad affrontare la sfida delle palestre, ma prima dobbiamo fare visita alla Professoressa Flora.
Finalmente conosciamo il luminare di Galar ed è una donna! Mi piace.
Arrivati nel suo laboratorio, veniamo accolti…da un corgi.
Ebbene sì, uno dei pokémon della nuova generazione è un adorabile corgi, Yamper.
Se Antoni di “Queer Eye” lo vedesse, cercherebbe di portarselo via in un nanosecondo.
Comunque, facciamo la conoscenza sia dell’emerita Professoressa che della graziosissima nipote, Sonia. Si nota ancora di più il tocco british di questo gioco per il fatto che Flora è uguale alla mitica Maggie Smith. Non potevano darci una Prof migliore.
Ovviamente la cara signora ci chiede il favore di raccogliere più informazioni possibili sui pokémon, così da completare il pokédex, ma non solo. A seguito di un bizzarro incontro con delle “stelle comete”, la prof utilizza il loro contenuto per darci dei braccialetti speciali. A cosa serviranno?
Avrei voluto capire meglio la cosa, ma le poche ore di sonno della sera precedente, unite alla stanchezza accumulata per tutta la giornata stavano distruggendo la mia psiche, quindi sono dovuto andare a dormire.
Tanto c’è tutto il tempo per giocarlo con calma.
Quali sono le mie considerazioni iniziali riguardo questo gioco?
Di certo, migliori di quanto pensassi.
Galar è una regione stupenda, piena di paesaggi molto belli. Ci sono vari glitch, come gli alberi che ogni tanto sgranano senza motivo, ma la regione è una delle più carine di tutte le generazioni, secondo me. Dopo il tanto mare di Alola, ci voleva, poi, un bel luogo di montagna. La parte abruzzese che è in me ringrazia.
I personaggi risultano simpatici, anche se alcuni sembrano davvero insopportabili, soprattutto Hop. Non so perché, ma il presidente Rose non me la racconta giusta.
La storia, per ora, sembra sempre la stessa, con degli allenatori che partono dal loro paesino per diventare Campioni. Che cosa succederà durante il viaggio?
Colonna sonora, per ora, molto piacevole. La musica di battaglia contro Hop è orecchiabile, sembra di affrontare un’amichevole calcistica. Penso proprio che l’elemento del calcio sarà molto presente, in questo gioco. Per quanto io sia una persona abbastanza anti-calcio, trovo questa trovata molto originale e coerente con l’idea di Galar.
Concludo con una menzione a parte per la personalizzazione del personaggio che utilizziamo: ho notato un grande miglioramento, rispetto ai giochi precedenti. Sembra esserci molta più roba.
Queste settimane si preannunciano dure, in quanto ho vari test universitari, ma non vedo l’ora di continuare “Pokemon Spada”. Ho l’impressione che abbiamo davanti qualcosa che cerca di essere innovativo e piacevole, nonostante gli errori abbastanza palesi (come i glitch grafici e la questione del Dex). Mai fermarsi alle apparenze.